Morte di un paziente al Pronto soccorso di Tropea, la Procura chiude le indagini: sei sanitari sotto accusa

Medici, infermieri e operatori socio-sanitari nel mirino per il decesso di Fabio Cisotto, 66enne romano. Contestate negligenza e violazione delle linee guida. Uno dei medici accusato anche di falso nella cartella clinica

La Procura della Repubblica di Vibo ha notificato l’avviso di conclusione delle indagini preliminari nei confronti di sei sanitari del Pronto soccorso dell’ospedale di Tropea, ritenuti responsabili, a vario titolo, della morte di Fabio Cisotto, paziente romano deceduto il 26 giugno 2024. Nel registro degli indagati figurano i medici Fidel Perez Perez (classe 1967) e Luigia Uslenghi (classe 1955), l’infermiere Benedetto Taccone (classe 1975), gli operatori socio-sanitari Alfonso Stagno (classe 1969) e Vincenzo Guglielmino (classe 1978), e l’addetta all’assistenza Rossa Russo (classe 1971). Secondo l’ipotesi accusatoria, i sei avrebbero agito con negligenza, imprudenza e imperizia, oltre che in violazione di precise linee guida clinico-assistenziali, provocando il decesso dell’uomo, avvenuto per arresto cardio-respiratorio in seguito a shock anafilattico.

La ricostruzione della Procura

La ricostruzione della Procura

Dalle indagini coordinate dal pm Barnabei emerge che gli operatori, presenti al momento dell’arrivo del paziente in ambulanza, avrebbero sottovalutato i sintomi riferiti, omettendo di svolgere un’anamnesi accurata e un adeguato esame obiettivo. Al contrario, secondo quanto riportato negli atti, avrebbero più volte rassicurato la moglie di Cisotto, invitandola ad attendere fuori dalla stanza e riferendole che “non fosse successo nulla”. Per la Procura, le condotte contestate avrebbero “prolungato il tempo di esposizione del paziente agli effetti dello shock anafilattico”, determinando l’esito fatale. Un evento che, sottolineano gli inquirenti, sarebbe stato evitabile con una tempestiva diagnosi e la somministrazione di adrenalina, intervento che avrebbe potuto garantire “con un grado di probabilità prossimo alla certezza un’evoluzione favorevole”.

Inoltre, i medici non avrebbero presenziato alle fasi iniziali della presa in carico, né si sarebbero interfacciati personalmente con il paziente e la moglie per acquisire informazioni complete sul quadro clinico, inclusa la valutazione delle vie respiratorie e delle mucose.

Falso ideologico

Tra le contestazioni figura anche quella di falso ideologico a carico del medico Fidel Perez Perez, che – in qualità di pubblico ufficiale – avrebbe inserito nella cartella clinica del paziente la somministrazione di adrenalina alle 17:59, quando in realtà l’uomo risultava già deceduto dalle 17:34. Un’incongruenza che, secondo la Procura, trova riscontro anche negli esiti dell’autopsia, la quale non avrebbe evidenziato segni compatibili con l’iniezione del farmaco.

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