“A pochi giorni dal grave attentato incendiario che ha colpito gli automezzi aziendali della Muraca S.r.l., vogliamo ribadire la nostra solidarietà alla società. Ma siamo anche consapevoli che questa solidarietà, probabilmente, non è di alcun interesse per l’azienda. Ce ne faremo una ragione”. Lo afferma Nazzareno Piperno, coordinatore provinciale dello Slai Cobas di Vibo Valentia.
Il sindacalista prosegue: “Tuttavia, non possiamo restare in silenzio di fronte a una nota aziendale – che ci è stata fatta pervenire dai lavoratori e non certo inviata direttamente a noi – che contiene affermazioni preoccupanti e inaccettabili. Il messaggio della Muraca S.r.l. sembra ridurre anni di battaglie sindacali a una serie di ‘dispetti’ contro l’azienda, descrivendo le nostre iniziative come ostacoli all’operatività della società. Ma l’accusa più grave e offensiva è il tentativo di accomunare l’azione del nostro sindacato agli atti criminali di ignoti che hanno incendiato i loro mezzi”
Il sindacalista prosegue: “Tuttavia, non possiamo restare in silenzio di fronte a una nota aziendale – che ci è stata fatta pervenire dai lavoratori e non certo inviata direttamente a noi – che contiene affermazioni preoccupanti e inaccettabili. Il messaggio della Muraca S.r.l. sembra ridurre anni di battaglie sindacali a una serie di ‘dispetti’ contro l’azienda, descrivendo le nostre iniziative come ostacoli all’operatività della società. Ma l’accusa più grave e offensiva è il tentativo di accomunare l’azione del nostro sindacato agli atti criminali di ignoti che hanno incendiato i loro mezzi”
“Questo – sostiene Piperno – è inaccettabile. È falso, è offensivo e, cosa ancor più grave, è pericoloso. Offensivo, perché ogni nostra iniziativa è sempre stata volta esclusivamente alla tutela dei lavoratori e dei loro diritti. Non abbiamo mai avuto alcun interesse a ‘danneggiare’ l’azienda, e chi ci conosce lo sa bene. Se il sindacato interviene è perché qualcosa non va. Se i lavoratori si rivolgono a noi è perché subiscono violazioni, turni massacranti, stipendi che non arrivano, inquadramenti contrattuali sbagliati o pressioni inaccettabili. Forse, il vero problema è che la nostra azione sindacale non lascia ‘spazi di manovra’ all’azienda. Ma questa è una questione che riguarda la società, non noi. Noi continueremo a fare il nostro lavoro”.
Il vero danno ai lavoratori
A giudizio di Piperno, “se c’è qualcuno che sta compromettendo la serenità dell’ambiente lavorativo, non è certo il sindacato. La Muraca S.r.l. dovrebbe interrogarsi su altre situazioni: i lavoratori del deposito, teatro dell’attentato, da anni non hanno accesso a servizi sanitari adeguati né a una semplice fontanella per potersi rinfrescare; alcuni dipendenti sono costretti a vivere in condizioni economiche difficili, tanto che siamo stati noi, più volte, a dover offrire un aiuto economico per permettere loro di mettere un pasto in tavola; e mentre tutto questo accade, il titolare dell’azienda circola con auto di lusso, Ferrari comprese. Questi sono i veri problemi. Non il nostro sindacato”, ribadisce Piperno.
Un sindacato scomodo
“Sappiamo bene di essere un interlocutore scomodo per l’azienda. Se rappresentiamo un ostacolo – prosegue Piperno – è solo perché difendiamo i lavoratori. Ma c’è una differenza fondamentale: noi agiamo nella legalità, chi incendia mezzi no. Abbiamo cercato più volte di contattare il titolare della Muraca S.r.l. per esprimere la nostra vicinanza dopo l’attentato. Nessuna risposta. Nessun dialogo. E oggi l’azienda si spinge oltre, dichiarando che la nostra rappresentatività sarebbe ormai ‘scarsa’, dopo aver chiesto proprio al nostro sindacato la firma per un accordo collettivo. Un paradosso evidente”.
L’azienda faccia pace con se stessa
“Noi sappiamo bene chi siamo e chi rappresentiamo. Non ci serve il riconoscimento della Muraca S.r.l. per legittimare il nostro operato. Ma forse sarebbe il caso che l’azienda smettesse di dire tutto e il contrario di tutto nel giro di pochi giorni. Noi, comunque, non ci fermeremo. Continueremo a percorrere la nostra strada ogni volta che sarà necessario, indipendentemente da cosa pensa l’azienda. E se la Muraca S.r.l. oggi subisce ‘danni’ – per come li intende – forse dovrebbe chiedersi se non se li sia causati da sola, ignorando i diritti dei lavoratori. Perché un’azienda che non rispetta i suoi dipendenti ha poco futuro. Molto meno di un’azienda colpita da atti intimidatori”, conclude Piperno.