Tornare in Calabria a Natale sta diventando un privilegio per pochi. Lo confermano i dati, lo urlano le famiglie, lo denunciano da mesi associazioni e comitati: i costi per rientrare nella propria terra sono schizzati alle stelle, con picchi che sfiorano l’assurdo. L’ultimo grido d’allarme arriva dall’Osservatorio nazionale di Federconsumatori, che ha rilevato aumenti medi del 48% sulle tariffe ferroviarie, del 9% su quelle aeree e del 56% sui bus. Numeri che si traducono in rincari monstre: +285% per un bus Milano-Reggio sotto Natale; +195% per il treno Torino-Reggio all’andata; +25% per un volo Roma-Reggio al ritorno. Una situazione già anticipata da un’analisi apparsa sulla Gazzetta del Sud a firma di Giuseppe Lo Re, che evidenziava un dato tanto semplice quanto drammatico: fare scalo all’estero può costare meno che partire dall’Italia.
Offerta ridotta e algoritmi impazziti
Offerta ridotta e algoritmi impazziti
La simulazione effettuata da Federconsumatori Calabria – viaggio per tre adulti dal 20 dicembre al 4 gennaio – racconta un’Italia spaccata in due. Quel giorno Trenitalia offriva il 45% dei posti verso la Calabria rispetto al normale, e per il rientro del 4 gennaio la disponibilità scendeva addirittura al 30%. Sui voli, poi, la situazione diventa grottesca: Crotone praticamente irraggiungibile, tariffe fuori scala e tempi di viaggio che sfiorano le 17 ore con combinazioni da odissea. A peggiorare tutto, le ormai note politiche algoritmiche “aggressive” dei gestori: in meno di 15 giorni i prezzi, per la stessa tratta, sono lievitati dal 16% al 77%, rincorrendosi di ora in ora come in un mercato speculativo.
L’auto resta il mezzo più conveniente
Con questi rincari, Federconsumatori arriva a una conclusione amara: per una famiglia di tre adulti l’unica alternativa sostenibile resta l’auto privata, nonostante carburante e pedaggi. Nel 2025, per tornare a casa, ci si affida ancora al mezzo proprio. Una sconfitta per l’intero sistema dei trasporti. Durissima la denuncia del responsabile calabrese di Federconsumatori, Fabrizio Iannello: “Politiche tariffarie opache e inique, mentre la Regione continua a regalare incentivi ai vettori che non si traducono in alcun vantaggio reale per i cittadini”. Tradotto: soldi pubblici senza ricadute sui prezzi. Non meno tagliente l’attacco del presidente nazionale di Avanti Psi, Luigi Incarnato: “A Matteo Salvini vorrei chiedere se sa che per tornare in Calabria i prezzi di treni e aerei sono aumentati fino al 400%: una vergogna. Perché non chiama Trenitalia e Ita e impone di ridurli?”
La Regione si gira dall’altra parte
In Calabria si continua a ripetere che “non ci sono competenze dirette”. Ma intanto i calabresi pagano, emigrati e studenti in primis. E mentre si parla di grandi opere, di ponti e promesse, la realtà è una sola: tornare a casa per Natale resta un miraggio.


