La Corte d’Appello di Catanzaro ha confermato la decisione assunta nell’aprile dell’anno scorso dal Tribunale collegiale, infliggendo 30 anni di carcere a Giuseppe Gregorio Iozzo; 19 anni a Mario Iozzo, detto “Marino”; 17 a Luciano Iozzo; e 16 anni e 10 mesi a Marco Sasso. Questo l’esito del processo di secondo grado scaturito dall’operazione “Orthrus”, inchiesta della Dda del capoluogo di regione che nell’ottobre del 2019 inferse un duro colpo alle famiglie Iozzo e Chiefari, legate tra loro anche da vincoli familiari, e secondo gli inquirenti strette insieme, quasi in un unico corpo, per gestire e imporre il proprio potere sull’area delle Serre catanzaresi, in particolare a Chiaravalle Centrale, Cardinale e Torre di Ruggiero.
Il fatto non sussiste
Il fatto non sussiste
Nell’ambito dello stesso procedimento, i giudici hanno anche scagionato uno degli imputati: l’unico appello proposto dalla Dda, Antonio Chiefari, detto “u Tartaru”, è stato difatti assolto da tutte le accuse contestategli con formula del “perché il fatto non sussiste” (l’accusa aveva chiesto invece 20 anni).


