“Non mollare mai”: la lezione di Fabio Angotti, l’imprenditore lametino che ha scelto la denuncia e la rinascita

Dopo la nuova ondata di intimidazioni a Lamezia Terme e il vertice in Prefettura, la voce di chi ha vissuto la paura e l’ha trasformata in coraggio: non accettare compromessi, questa è la vera vittoria

Mentre a Lamezia la tensione torna a salire per la serie di ordigni esplosi davanti a tre esercizi commerciali, e il prefetto di Catanzaro, Castrese De Rosa, convoca d’urgenza il Comitato per l’ordine e la sicurezza pubblica, una voce si fa sentire con forza. È quella di Fabio Angotti, giovane imprenditore lametino, titolare di un’azienda alimentare che in passato è finita nel mirino della criminalità.

Un brutto ricordo

Un brutto ricordo

Le sue parole, pronunciate ai microfoni di Buongiorno Regione su Rai Tre, in un’intervista di Emanuela Gemelli, risuonano come un messaggio potente in un momento in cui la città sembra di nuovo ferita e fragile. “È stato un brutto ricordo – racconta – qualcosa che nessuno vorrebbe mai vivere sulla propria pelle o nella propria azienda. Ma sono esperienze che ti segnano e allo stesso tempo ti danno la forza di ricominciare. Non dobbiamo mai fermarci davanti a questi gesti eclatanti. Bisogna farne tesoro e andare avanti, sempre avanti”.

Un’impresa in crescita

Quelle di Angotti non sono dichiarazioni di circostanza: sono parole che nascono da una ferita vera, da un dolore trasformato in riscatto. Aveva 22 anni quando la sua azienda subì l’intimidazione; oggi ne ha qualcuno in più e guida un’impresa in crescita, pronta a una nuova apertura. “Il nostro futuro è una crescita continua. Non ci siamo fermati e non ci fermeremo. Abbiamo scelto di reagire, di credere nel lavoro e nella legalità. La cosa più importante è stata denunciare: dire un no secco, non accettare compromessi con chi vuole distruggere il lavoro onesto”.

Il coraggio della denuncia

Un messaggio diretto, che arriva nei giorni in cui il prefetto De Rosa ribadisce la presenza forte dello Stato sul territorio e invita i cittadini a trovare il coraggio della denuncia, annunciando un protocollo contro racket e usura promosso da Prefettura, Regione, Diocesi, sindacati e associazioni. “Affidatevi alle istituzioni – ribadisce Angotti – che per noi sono state fondamentali. E non dimentico l’aiuto dell’associazione Trame, che ci è stata vicina nei momenti più difficili, dandoci ispirazione e sostegno concreto. Ma la forza più grande è arrivata dalle persone comuni. Dopo quei gesti eclatanti, la solidarietà di chi è entrato anche solo per un panino a dirci ‘io sono con voi’ è stata la nostra vera spinta per rinascere”.

Il riscatto di Lamezia

Nel suo racconto c’è tutto: la paura, la solitudine iniziale, ma anche la rinascita resa possibile da una rete di legalità e solidarietà. È il volto di una Calabria che non si arrende, che vuole crescere senza piegarsi alle logiche della violenza. “Non mollare mai, mai, mai – ripete Fabio – perché questa è una battaglia che dobbiamo vincere tutti insieme”. Le sue parole suonano come un contrappunto alla cronaca di questi giorni: una città che vive l’ennesima ondata di intimidazioni, ma che trova ancora la forza di reagire. E proprio da storie come quella di Fabio Angotti – fatte di coraggio, fiducia e lavoro onesto – può partire il riscatto di Lamezia. Perché denunciare, oggi più che mai, non è solo un atto di coraggio individuale: è un atto d’amore per la propria comunità.

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