Non solo dolore: il seminario che ribalta la narrazione e celebra la forza delle donne

A San Giovanni Battista di Sant'Eufemia Lamezia un incontro simbolico e partecipato: voci diverse, un messaggio unico. La violenza si combatte anche valorizzando coraggio, competenze e autonomia femminile

In occasione della Giornata Internazionale contro la violenza sulle donne, la famiglia Vincenziana della parrocchia di San Giovanni Battista a Sant’Eufemia di Lamezia Terme ha scelto un approccio controcorrente: non concentrarsi sul trauma, ma sulla forza. Un seminario carico di contenuti, nato per spostare il focus dalla narrazione della sofferenza a quella della resilienza, della competenza e dell’autodeterminazione femminile. A introdurre l’incontro è stato padre Stefano Seri, che ha voluto ricordare il ruolo centrale della donna all’interno della società e della famiglia, sottolineandone la capacità di generare vita e di mantenere equilibrio nelle relazioni e nelle comunità. Un incipit che ha tracciato la cornice valoriale dell’intera serata.

La forza della denuncia

La forza della denuncia

Il contributo scientifico è arrivato dalla neurologa Caterina Ermio, che ha portato l’attenzione su un dato spesso trascurato: le specificità del cervello femminile. “Le donne mostrano una maggiore versatilità e capacità di adattamento”, ha spiegato, aggiungendo che riconoscere queste differenze non significa creare gerarchie, ma valorizzare risorse troppo spesso date per scontate. Sul fronte della prevenzione e della rilevazione del fenomeno della violenza, l’intervento di Giusy Pino, presidente di Moica ed ex coordinatrice dell’Osservatorio Regionale sulla Violenza di Genere, ha evidenziato una delle criticità più profonde: il sommerso. “Molte donne non denunciano”, ha ricordato, ponendo l’accento sull’urgenza di un lavoro culturale continuo, fatto di ascolto, formazione e reti di supporto.

I pericoli che arrivano dal web

Di rischio si è parlato anche con la giornalista Maria Francesca Gentile, che ha acceso i riflettori sui pericoli del web e dei social network: dai linguaggi d’odio alle manipolazioni emotive, passando per la diffusione incontrollata di contenuti sensibili. Un richiamo alla responsabilità collettiva e al ruolo dell’informazione come strumento di protezione. A incarnare lo spirito del seminario sono state infine le sorelle Barbara ed Emanuela Milone, esempio concreto di come talento e determinazione possano smontare lo stereotipo della “remissività femminile”, soprattutto nel Sud. Le loro storie professionali, radicate nella Calabria ma proiettate in contesti nazionali e internazionali, hanno dato alla platea un messaggio potente e tangibile.

Non basta solo la denuncia

A chiudere la serata è stata Enza Aloe, promotrice dell’iniziativa, che ha regalato al pubblico una poesia dedicata al coraggio quotidiano delle donne. Poi, un gesto simbolico: una piantina donata dal Vivaio Milone a ogni partecipante. Un segno di crescita, cura e possibilità – un modo per portare a casa un frammento di ciò che il seminario ha voluto trasmettere. L’incontro ha ribadito un concetto chiave: la lotta alla violenza sulle donne non passa soltanto dalla denuncia, ma anche dalla valorizzazione della loro presenza attiva nella società. È un percorso che comincia dal riconoscimento del loro potenziale, continua con la prevenzione e si rafforza attraverso comunità capaci di sostenere, ascoltare e credere nelle donne.

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