“O turismo o industria: Vibo Marina deve scegliere”. Francesco Cascasi lancia l’ultimatum alla politica (foto-video)

“O turismo o industria: Vibo Marina deve scegliere”. Francesco Cascasi lancia l’ultimatum alla politica (foto-video)

Il Gruppo Cascasi presenta l’avanzamento del programma turistico da 27 milioni: due opere già completate, altre pronte a partire, 300 posti di lavoro previsti. Preoccupa la scure di Meridionale Petroli

Vibo Marina è arrivata al bivio: scegliere se diventare finalmente una cittadina turistica moderna o restare intrappolata nel modello industriale che da decenni ne comprime sviluppo e vocazione naturale. A dirlo senza mezzi termini davanti ai giornalisti, nel corso di una conferenza stampa, è Francesco Cascasi, l’imprenditore che con il suo gruppo sta portando avanti un programma integrato da quasi 27 milioni di euro, una delle più grandi operazioni turistiche private mai realizzate nel Vibonese.

Progetti completati

Due progetti sono già stati completati – tra cui la piena riqualificazione dell’Hotel Miramare, che aprirà in primavera -. Lavori ormai ultimati anche al cantiere nautico realizzato nel cuore dell’area industriale di Porto Salvo; mentre i lavori dell’Hotel TLF sono partiti da qualche giorno altri interventi, come la ristrutturazione totale del ristorante Lido Balneare La Rada sono in programma fra qualche mese. Complessivamente sono previsti 100 posti di lavoro diretti e circa 200 indiretti. Un impatto occupazionale che, in qualsiasi altro territorio, sarebbe accolto come una benedizione. A Vibo Marina, invece, la corsa è a ostacoli.

L’area industriale il nostro retroporto

Cascasi punta il dito contro la condizione dell’area industriale di Porto Salvo, “un retroporto abbandonato da anni”, essenziale per la logistica nautica ma privo di illuminazione, servizi primari, collegamenti adeguati e persino di una rete internet funzionante. “Un governo del territorio non può ignorare un’area strategica ridotta in condizioni indegne. È il biglietto da visita della città e oggi rappresenta uno dei suoi principali fattori di ritardo”, denuncia l’imprenditore.

Approdo turistico ancora sospeso

In rampa di lancio anche il cantiere dell’approdo turistico, opera cardine dell’intero sistema, ma l’avvio dei lavori è congelato in attesa delle ultime autorizzazioni dell’Autorità Portuale e del Comune. “Siamo all’ultimo miglio, ma l’ultimo miglio sembra essere diventato un labirinto”, afferma Cascasi.

La scure Meridionale Petroli

Il nodo più controverso resta però la presenza dell’impianto di Meridionale Petroli, già oggetto di un ordine del giorno votato all’unanimità dal Consiglio comunale per la sua delocalizzazione. Nonostante ciò, l’azienda ha chiesto il rinnovo della concessione demaniale per altri vent’anni, una mossa che l’imprenditore definisce “incompatibile con qualunque serio tentativo di fare turismo. È quasi una sfida alla città. Non puoi parlare di sviluppo turistico e poi rinnovare per vent’anni un deposito costiero che presenta anche problemi di sicurezza. Sarebbe il colpo definitivo per Vibo Marina”, afferma Cascasi.

Piano Spiaggia è fermo dal 2014

A completare il quadro, uno dei paradossi più difficili da spiegare: il Piano Spiaggia comunale, uno strumento indispensabile per attrarre investimenti e programmare lo sviluppo del litorale, risulta adottato nel 2014 ma mai approvato. Dieci anni di immobilismo che pesano come macigni.

Strumenti adeguati a una città turistica

Cascasi chiede anche un adeguamento immediato del Piano Strutturale Comunale, ancora tarato su un modello economico superato. “Se dici turismo, devi avere strumenti urbanistici coerenti. E devi avviare subito la riqualificazione del Pennello. Quel quartiere è la porta d’accesso del mare di Vibo Marina, non può restare in quelle condizioni”.

Messaggio forte alla politica

Il suo appello è diretto, senza filtri: “Vibo Marina deve scegliere. Non si può essere insieme città turistica e polo industriale. O si cambia passo o si condanna questo territorio a un’altra generazione di ritardi. Noi ci siamo, stiamo investendo, creando lavoro e mettendo in moto un’economia nuova. Adesso tocca alle istituzioni decidere da che parte stare.” Un messaggio che suona come un ultimatum, ma anche come una presa di responsabilità. Perché la rinascita di Vibo Marina – oggi come mai – passa da una scelta netta. E non può essere rimandata ancora.

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