La scena è quella delle grandi occasioni. Sul palchetto di una grande sala di un hotel di Gizzeria, accanto a Roberto Occhiuto, ci sono Antonio Tajani e i vertici calabresi del centrodestra. È il pomeriggio del trionfo, quello che consegna alla storia un risultato mai visto prima: per la prima volta nella storia della Calabria, un presidente di Regione viene rieletto. E, come se non bastasse, con percentuali che superano – come lui stesso lascia intendere – anche le più ottimistiche delle previsioni. Si potrebbe superare abbondantemente anche il 60%.
Orgoglioso dei calabresi
Orgoglioso dei calabresi
“Sono orgoglioso dei calabresi e della Calabria”, ha detto Occhiuto con un sorriso che non nasconde la fatica di mesi difficili. “Ringrazio Antonio Tajani, Giorgia Meloni, Matteo Salvini e tutti i leader del centrodestra. Avevamo concordato di portare la Calabria al voto con un anno di anticipo, ed è stata la scelta giusta. Ringrazio la mia famiglia e i miei collaboratori: mi sono stati vicini in momenti non facili. Ma soprattutto, ringrazio i calabresi. Hanno dato una grande prova di maturità.”
Un’opera di pacificazione
Il governatore, riconfermato con un vantaggio netto – attorno ai venti punti sul candidato del centrosinistra Pasquale Tridico, che lo ha chiamato per complimentarsi – ha voluto sottolineare il valore politico e civile di questa vittoria. “Ho chiesto anche a Tridico di collaborare, se lo vorrà. La Calabria deve essere pacificata. È stata una campagna elettorale dura, a volte violenta, segnata da fake news e polemiche. Ma stasera – ha aggiunto – la Calabria dà un’immagine diversa di sé: una regione che sceglie il lavoro e la concretezza, non l’assistenzialismo.”
Un successo storico
Con tono fermo ma senza trionfalismi, Occhiuto ha voluto marcare la differenza: “Dall’altra parte si sono presentati promettendo redditi e assunzioni miracolose, abolizioni di tasse e bonus impossibili. Ma la Calabria non è più quella del voto di scambio e delle promesse irrealizzabili. I calabresi hanno premiato chi ha parlato con sincerità”. Poi lo sguardo al passato recente, e all’unicità del momento: “È la prima volta che un presidente uscente viene riconfermato, e sarà anche la prima volta che un presidente viene rieletto con percentuali così alte. Abbiamo fatto una campagna elettorale onesta, senza illusioni. Non avevamo la bacchetta magica, ma abbiamo fatto molto di più di quanto si fosse fatto in decenni precedenti.”
Premiati qualità e intensità
Occhiuto rivendica le riforme avviate – dai rifiuti ai consorzi di bonifica, fino alla sanità e all’attrazione di eventi nazionali – e promette continuità: “Abbiamo costruito basi solide, ma c’è ancora tanto lavoro da fare. I prossimi cinque anni saranno decisivi. I calabresi hanno premiato la qualità e l’intensità del nostro impegno, e noi continueremo su questa strada”. Nel finale, un passaggio sulle inchieste giudiziarie e sulla sua scelta di anticipare il voto: “In un Paese civile nessuno dovrebbe dimettersi per un avviso di garanzia. Ogni potere dello Stato deve fare il suo lavoro, ma non si può usare la giustizia per fermare chi ha il consenso del popolo. Abbiamo impedito che la Calabria restasse bloccata e oggi i calabresi ci hanno ripagato con fiducia e affetto.”
Un applauso liberatorio
L’applauso che segue è lungo, liberatorio. Sul palco, Tajani gli stringe la mano con orgoglio, mentre la folla applaude scandendo il suo nome. Roberto Occhiuto chiude così la serata che lo consegna alla storia politica calabrese: il primo presidente rieletto, e il simbolo di una Calabria che – almeno per una notte – ha voluto credere nella continuità.