Roberto Occhiuto ha scelto da dove ricominciare: dalla burocrazia. Il presidente della Regione Calabria ha firmato un decreto che ridisegna radicalmente la struttura amministrativa regionale, inaugurando di fatto il suo secondo mandato con una mossa che è insieme tecnica e politica. Una riorganizzazione profonda degli uffici, nuovi dipartimenti, funzioni riviste e, soprattutto, l’azzeramento dei vertici interessati dalle modifiche.
Le prime mosse
Le prime mosse
Il segnale è chiaro: la stagione del “blocco amministrativo” deve finire. Negli ultimi mesi del suo primo mandato, travolto dal clamore dell’inchiesta della Procura di Catanzaro sul presunto giro di corruzione e dalle sue stesse dimissioni, Occhiuto aveva più volte puntato il dito contro la dirigenza regionale, accusandola di paralizzare l’azione di governo. “Ci sono dirigenti che non firmano, che rallentano tutto, che bloccano la Regione”, aveva detto. Ora, con un consenso elettorale rafforzato e un mandato politico pieno, mette mano proprio a quell’apparato che considerava il principale ostacolo alla modernizzazione della Calabria.
Il decreto di riorganizzazione
Il decreto di riorganizzazione spiega le finalità dell’intervento: “realizzare un assetto rispondente all’esercizio delle funzioni regionali e all’attuazione degli obiettivi e programmi definiti dall’organo di direzione politica”, ma anche accrescere “le capacità di innovazione e la competitività del sistema organizzativo”. Parole che traducono una visione: una pubblica amministrazione che non si limiti a gestire, ma che accompagni e faciliti le scelte politiche. Non si tratta di un semplice ritocco formale. Il provvedimento stabilisce infatti che “le modifiche organizzative comporteranno effetti caducatori (cioè la decadenza automatica degli incarichi dirigenziali) relativi alle articolazioni amministrative oggetto di modifica”. In altre parole, decadono i dirigenti delle strutture riorganizzate. Sarà quindi una nuova generazione di funzionari a dover interpretare il nuovo corso.
Nascono dipartimenti innovativi
Nel nuovo assetto trovano spazio dipartimenti innovativi come quello per la Valorizzazione del Capitale Umano e l’Innovazione nel Lavoro Pubblico, quello per l’Inclusione Sociale, la Sussidiarietà e il Welfare di Comunità, e il Dipartimento per gli Asset Strategici, l’Attrazione degli Investimenti e i Saperi. Accanto a questi, restano le aree tradizionali – Bilancio, Sanità, Infrastrutture, Agricoltura, Turismo – ma con competenze riviste e una maggiore integrazione fra settori. L’obiettivo dichiarato è restituire velocità, trasparenza e responsabilità alla macchina regionale, da sempre considerata tra i punti più deboli dell’amministrazione calabrese. In controluce emerge il tentativo politico di Occhiuto di imprimere un’impronta personale e di lungo periodo al governo della Regione, allineando la struttura burocratica alla visione del presidente.
Non comanderà più la burocrazia
Il tempo dirà se la riforma saprà davvero tradursi in efficienza e concretezza. Ma una cosa è certa: Occhiuto ha deciso di partire dal cuore del problema, da un apparato che in Calabria ha spesso dettato tempi e limiti alla politica. Oggi, con questo decreto, prova a ribaltare i ruoli: non più una burocrazia che comanda la politica, ma una politica che governa la burocrazia.


