Oggi pomeriggio, alle 15, la Corte d’Appello di Catanzaro proclamerà ufficialmente Roberto Occhiuto presidente della Regione Calabria. Un atto formale che segnerà l’inizio dei dieci giorni entro i quali dovrà comporre la nuova Giunta regionale. Ma se la proclamazione è ancora da celebrare, la partita politica è già entrata nel vivo da giorni.
Lavoro dietro le quinte
Lavoro dietro le quinte
Come osserva oggi Francesco Ranieri sulla “Gazzetta del Sud”, Occhiuto non ha atteso il rito istituzionale per mettersi all’opera: dopo la vittoria su Pasquale Tridico e Francesco Toscano, il governatore ha continuato a lavorare dietro le quinte, tra Catanzaro e Roma, tessendo contatti con i vertici nazionali del centrodestra. L’intelaiatura dell’esecutivo sarebbe già stata definita nella Capitale, mentre in Calabria si lavora sui nomi. Due, a quanto pare, le parole d’ordine fissate dal presidente: competenza ed esperienza.
Il nodo degli equilibri
Il vero nodo politico resta però quello degli equilibri interni alla coalizione. Se alla presidenza del Consiglio regionale sarà quasi certamente confermato Filippo Mancuso (Lega), la vicepresidenza della Giunta potrebbe andare a Fratelli d’Italia, con Giovanni Calabrese in pole position. L’ex sindaco di Locri ha dovuto fronteggiare nei giorni scorsi alcune polemiche legate alle liquidazioni di una società riconducibile al fratello, ma il caso sembra ormai archiviato. In alternativa, si fa strada l’ipotesi di uno scambio: presidenza del Consiglio a Forza Italia – area Reggio – e vicepresidenza della Giunta alla Lega, con deleghe “pesanti” per il partito di Giorgia Meloni.
Gallo e Calabrese blindati
Tra le conferme quasi certe spiccano i nomi di Gianluca Gallo (Forza Italia) e dello stesso Calabrese (FdI). Restano in bilico Marcello Minenna, che potrebbe essere dirottato su un incarico tecnico nel Bilancio, e Stefania Caracciolo, fortemente sostenuta dagli azzurri. Per la Lega circola il nome di Giuseppe Mattiani alle Infrastrutture – una “filiera” diretta con il ministero guidato da Salvini – mentre in casa Occhiuto Presidente si valutano i profili di Pasqualina Straface, Rosaria Succurro ed Emanuele Ionà. Nel partito di Meloni, infine, prende quota Antonio Montuoro, già presidente della commissione Bilancio nella passata legislatura.
Perdita di peso politico
Ma accanto ai nomi che entrano, ci sono anche nomi che mancano, e la loro assenza pesa. La probabile rinuncia di Pasquale Tridico a guidare l’opposizione in Consiglio regionale rappresenta una perdita per la politica calabrese: un economista di valore, una figura autonoma e competente che avrebbe potuto dare autorevolezza e visione a un centrosinistra oggi smarrito. Sul fronte opposto, anche la mancata presenza di Wanda Ferro – che poteva aspirare alla vice presidenza della Giunta – si traduce in una perdita di peso specifico per il centrodestra. Due figure diverse, ma entrambe capaci di alzare il livello del confronto politico.
La Calabria aspetta la svolta
In questo scenario, Occhiuto si avvia a inaugurare il suo secondo mandato con la consapevolezza che la Calabria attende una svolta reale, non solo un nuovo assetto di potere. Dopo la conferma elettorale, la sfida resta quella di sempre: far dialogare la politica con la competenza, la promessa con i fatti. E sarà proprio dalla qualità della Giunta che si capirà se il secondo tempo di Roberto Occhiuto sarà una semplice replica del primo – o l’inizio di una nuova stagione.
