Ombre sul sistema manifatturiero, cancellati i fondi destinati al Mezzogiorno. Le preoccupazioni della Cna Calabria

Il 2024 si apre tra mille incertezze per quanto concerne il Sud. A preoccupare non solo la difficile situazione internazionale ma anche il taglio di di oltre 4 miliardi di euro

La cancellazione dei fondi destinati al Meridione non può passare sotto silenzio. I governatori del Sud facciano massa critica comune e si facciano valere nella prospettiva di recuperare un ritardo epocale. Come Cna Calabria facciamo appello a politica e istituzioni affinché contribuiscano in maniera fattiva ad un serio piano industriale per la nostra regione, con un’attenzione dedicata al rilancio del settore manifatturiero e delle centinaia di piccole e medie imprese che costituiscono l’ossatura dell’economia regionale e sono spesso fiori all’occhiello del Made in Italy>. Lo afferma il presidente della Confederazione nazionale artigianato.

<Il 2024 per l’economia regionale e, in particolare, per il sistema manifatturiero inizia con ombre importanti. Da un lato lo scenario internazionale, dall’altro la cancellazione di 4,4 miliardi di euro di Fondi Perequazione destinati al Sud che, insieme alla ritardata partenza della Zes Unica, preoccupano e rischiano di allargare il divario con il Nord e di rendere vano ogni tentativo di ripresa da parte degli imprenditori>. Partendo da queste preoccupanti considerazioni Cugliari auspica <un rilancio un rilancio del mondo manifatturiero tramite incentivi e strumenti di supporto. Il rischio che corriamo è quello di azzoppare ulteriormente i nostri territori, allargando la forbice con altre regioni e rendendo le nostre realtà sempre meno appetibili. Non c’è tempo da perdere>.

<Il 2024 per l’economia regionale e, in particolare, per il sistema manifatturiero inizia con ombre importanti. Da un lato lo scenario internazionale, dall’altro la cancellazione di 4,4 miliardi di euro di Fondi Perequazione destinati al Sud che, insieme alla ritardata partenza della Zes Unica, preoccupano e rischiano di allargare il divario con il Nord e di rendere vano ogni tentativo di ripresa da parte degli imprenditori>. Partendo da queste preoccupanti considerazioni Cugliari auspica <un rilancio un rilancio del mondo manifatturiero tramite incentivi e strumenti di supporto. Il rischio che corriamo è quello di azzoppare ulteriormente i nostri territori, allargando la forbice con altre regioni e rendendo le nostre realtà sempre meno appetibili. Non c’è tempo da perdere>.

Giovanni Cugliari

A preoccupare Cna Calabria è anche il Ponte sullo Stretto, <infrastruttura fondamentale ma che ha visto la distrazione di 1,6 miliardi di Fondi di Sviluppo e Coesione destinati a Sicilia e Calabria. Il tutto mentre la mancanza di infrastrutture, l’inaccessibilità a molti territori, la scarsa elettrificazione di buona parte della rete ferroviaria, rendono il Sud ancora più lontano e sempre meno attrattivo per chi vuole investire>. Impensierisce altresì il rinvio dell’avvio della Zes Unica, slittato a marzo: <Si tratta di un cambiamento epocale che può essere motore di un concreto processo di rilancio delle piccole e medie imprese del Sud Italia. Un’opportunità che non può essere mancata perché può aprire le porte ai mercati internazionali e al mantenimento degli elevati livelli di qualità della nostra produzione ma è bene tenere in considerazione che la copertura dei crediti d’imposta è irrisoria, 1.8 miliardi di euro>.

Secondo il responsabile di Cna  Calabria <non è il momento di girarsi dall’altra parte. Il Sud non può essere accantonato perché il suo rilancio è strategico per l’intero Paese. La cancellazione dei fondi destinati al Meridione non può passare sotto silenzio, ecco perché è importante che tutti i governatori del Sud facciano massa critica comune e si facciano valere nella prospettiva di recuperare un ritardo epocale. Come Cna Calabria – conclude Cugliari – facciamo appello a politica e istituzioni affinché contribuiscano in maniera fattiva ad un serio piano industriale per la nostra regione, con un’attenzione dedicata al rilancio del settore manifatturiero e delle centinaia di piccole e medie imprese che costituiscono l’ossatura dell’economia regionale e sono spesso fiori all’occhiello del Made in Italy>.

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