“Ora sto bene, sono tornato a casa”: il messaggio di Francesco Fiamingo commuove i social

Mesi di silenzio, di attesa, di apprensione. Poi, finalmente, le parole che tutti aspettavano. E che sanno di rinascita per il presidente del Consorzio della ‘Nduja di Spilinga, il quale era rimasto ferito gravemente in un’esplosione

“Desidero ringraziare di cuore tutte le persone che, in questi due mesi, si sono preoccupate per me e mi hanno dimostrato affetto chiedendo delle mie condizioni. Il vostro supporto è stato prezioso. Ora sto bene e sono finalmente tornato a casa”.

È bastato un post, pubblicato da Francesco Fiamingo sui suoi canali social, per riaccendere il sorriso sul volto di chi, in questi giorni, non ha mai smesso di pensare a lui. Poche righe, semplici ma cariche di significato, che raccontano la fine di un periodo difficile e l’inizio di una nuova pagina.

Non ha aggiunto altro, Francesco. Non ha raccontato cosa sia successo, né ha cercato spiegazioni. Ma non ce n’era bisogno. Quelle parole bastano. Bastano a dire che c’è stato un dolore, una fatica. E che oggi quel dolore è alle spalle.

A colpire è soprattutto la gratitudine: quel “ringraziare di cuore” che arriva diretto, senza filtri, e che dimostra quanto il sostegno delle persone care – amici, conoscenti, anche semplici follower – possa fare la differenza. In un tempo in cui si corre spesso da soli, Fiamingo ci ricorda che non siamo mai veramente soli, se c’è chi si preoccupa per noi.

Il 14 febbraio 2025, a Spilinga, un’esplosione ha gravemente ferito Fiamingo, presidente del Consorzio della ‘Nduja di Spilinga. L’incidente è avvenuto in un locale secondario adibito a cucina, separato dalla struttura principale dell’azienda.

Il suo ritorno a casa, annunciato con la stessa semplicità, ha il sapore di una piccola grande vittoria. “Ora sto bene”, scrive. E in quelle tre parole si racchiude tutto: la sofferenza superata, la forza ritrovata, la gioia di tornare alla vita di sempre.

In poche ore, il post ha raccolto centinaia di reazioni e commenti. “Bentornato, ci sei mancato”, scrive qualcuno. “Ti aspettavamo”, aggiunge un altro. E ancora: “Le parole più belle che potessimo leggere”.

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