Ospedale di Lamezia sotto assedio: paziente danneggia il triage

L’episodio durante la gestione di due codici rossi. Intervento immediato di vigilanza e polizia grazie al nuovo sistema d’allerta

Un nuovo episodio di violenza scuote il pronto soccorso dell’ospedale “Giovanni Paolo II” di Lamezia Terme, confermando una tendenza preoccupante che riguarda la sicurezza degli operatori sanitari nei presidi di emergenza.

Nel pomeriggio di ieri, un uomo è andato in escandescenza mentre attendeva di essere visitato per una ferita a una mano, riportata a seguito di una caduta in bicicletta. L’uomo, identificato successivamente in V. M., era stato classificato con un codice a bassa priorità e, in attesa degli accertamenti radiologici, ha improvvisamente iniziato a colpire ripetutamente con la testa la struttura in plexiglass del triage, danneggiandola in modo significativo.In quel momento, il personale sanitario era impegnato nella gestione di due emergenze gravi, classificate come codici rossi, circostanza che ha ritardato l’assistenza al paziente.

Fermato subito

Determinante è stato l’intervento del personale di vigilanza interna, che ha immobilizzato l’uomo in pochi secondi, in attesa dell’arrivo delle forze dell’ordine. Il pronto intervento della Polizia è stato possibile grazie all’attivazione del nuovo sistema di allarme diretto, recentemente introdotto attraverso un protocollo d’intesa siglato in Prefettura con le forze dell’ordine. Il dispositivo consente al personale sanitario di contattare istantaneamente le sale operative di polizia e carabinieri, garantendo tempi di risposta rapidi in caso di emergenze legate alla sicurezza. L’uomo, una volta bloccato, è stato medicato per la ferita alla mano. Gli agenti della Polizia di Stato hanno poi avviato gli accertamenti di rito e lo sottoporranno a ulteriori approfondimenti nella giornata di domani, nell’ambito delle indagini della polizia giudiziaria.

Allarme e indignazione

Nel frattempo, l’ufficio tecnico dell’Azienda Sanitaria Provinciale di Catanzaro è intervenuto per mettere in sicurezza l’area, rimuovendo tempestivamente le parti danneggiate della struttura, considerate pericolose sia per i pazienti che per il personale in servizio. L’episodio ha generato allarme e indignazione tra gli operatori del pronto soccorso e rilancia il dibattito sulla necessità di misure strutturali e urgenti per la tutela del personale sanitario, sempre più spesso bersaglio di atti di violenza, frustrazione e disagio sociale. Il caso di Lamezia Terme è l’ennesimo campanello d’allarme. A essere sotto pressione non è solo il personale, ma l’intero sistema di emergenza-urgenza, che chiede tutele, rispetto e risorse adeguate per continuare a garantire assistenza e dignità.

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