Palazzo Campanella, domani torna a riunirsi il Consiglio regionale: equilibrio e tensioni nella partita per l’Ufficio di Presidenza

Dopo tre mesi di silenzio istituzionale, la Calabria inaugura la nuova legislatura. Occhiuto blinda il vertice del Consiglio, mentre il centrosinistra cerca una sintesi tra leadership e rappresentanza

Dopo oltre tre mesi dall’ultima seduta – datata 8 agosto – l’aula di Palazzo Campanella riapre le sue porte. Domani, martedì 11 novembre alle ore 15, si terrà la prima riunione del nuovo Consiglio regionale della Calabria, uscito dalle urne del 5 e 6 ottobre. Un ritorno carico di attese e significati politici: non solo l’avvio formale della legislatura, ma anche il banco di prova degli equilibri interni, tanto nella maggioranza di centrodestra quanto tra le opposizioni.

Quattro i punti all’ordine del giorno

Quattro i punti all’ordine del giorno

L’ordine del giorno è scarno ma decisivo. Quattro i punti previsti: la presa d’atto della sospensione e temporanea sostituzione dei consiglieri regionali nominati assessori, passaggio tecnico ma fondamentale per definire i nuovi ingressi; l’elezione del presidente del Consiglio regionale e la successiva elezione dei due vicepresidenti. In agenda anche la designazione dei due segretari-questori che completeranno l’Ufficio di presidenza. Un rito istituzionale, certo, ma intriso di significati politici: è proprio nella distribuzione di queste cariche che si misureranno la coesione della maggioranza e la capacità dell’opposizione di presentarsi come forza organizzata e riconoscibile.

La regia di Laghi per l’esordio

A dirigere la seduta inaugurale sarà Ferdinando Laghi, il più anziano dei trenta consiglieri eletti, in virtù della prassi regolamentare che affida la presidenza provvisoria al decano. Medico, ambientalista, Laghi rappresenta la lista “Tridico Presidente” e si troverà, non senza un pizzico di ironia politica, a condurre i lavori di un’assemblea a trazione centrodestra.

Le scelte della maggioranza

Dopo aver chiuso la partita della giunta regionale e del Gabinetto di Roberto Occhiuto, il centrodestra si prepara a blindare anche i vertici del Consiglio. La presidenza sembra ormai destinata a Salvatore Cirillo, uomo forte di Forza Italia; una dote di quasi 20 mila preferenze nella circoscrizione Sud. La sua candidatura porta la firma politica di Francesco Cannizzaro, figura centrale negli equilibri interni azzurri e già proiettato verso la sfida per il Comune di Reggio Calabria. Alla vicepresidenza spettante alla maggioranza, la scelta dovrebbe cadere su Pierluigi Caputo, eletto nella circoscrizione Nord con la lista “Occhiuto Presidente”. Per lui, alla terza esperienza in Regione, si tratta di un ritorno al ruolo già ricoperto fino alla scorsa estate. Un politico esperto, abituato ai meccanismi dell’aula, che potrebbe rivelarsi una pedina utile anche in prospettiva di futuri assestamenti di giunta.

I segretari-questori

Sul fronte dei segretari-questori, la candidatura in pole è quella di Luciana De Francesco (Fratelli d’Italia), riconfermata dopo una prova elettorale brillante in provincia di Cosenza. Già presidente della I Commissione Affari istituzionali, De Francesco potrebbe ora compiere un salto di livello, anche se non è da escludere la candidatura alternativa di Angelo Brutto, altro nome in quota FdI.

Il dilemma del centrosinistra

Ben più complesso lo scenario nel campo delle opposizioni, dove il Partito Democratico è chiamato a una doppia scelta cruciale: indicare il proprio candidato per la vicepresidenza spettante alla minoranza e, contestualmente, designare il nuovo capogruppo. Le discussioni interne si intrecciano con la necessità di trovare un equilibrio tra rappresentanza territoriale e linea politica. In corsa restano tre nomi di peso: Ernesto Alecci, già sindaco di Soverato e tra i più votati del centrosinistra; Giuseppe Falcomatà, reduce dall’esperienza di sindaco di Reggio Calabria; e Giuseppe Ranuccio, figura emergente dell’area metropolitana reggina. Una decisione non banale, perché dalla scelta del vice e del capogruppo dipenderà anche il messaggio che il Pd intenderà lanciare all’opinione pubblica: continuità con il passato o discontinuità con una stagione segnata da divisioni interne e una scarsa incisività nell’opposizione a Occhiuto.

Il rebus dell’opposizione “civica”

C’è poi la partita dell’ultimo seggio dell’Ufficio di Presidenza, riservato all’opposizione non Pd. Secondo la prassi, dovrebbe spettare alla lista “Tridico Presidente”, che alle elezioni regionali ha ottenuto due eletti: Ferdinando Laghi ed Enzo Bruno. Tuttavia, le trattative dell’ultima ora potrebbero riservare sorprese: il Movimento 5 Stelle, nonostante la rappresentanza ridotta, punta a un ruolo simbolico che riaffermi la sua presenza nel panorama politico calabrese.

Verso una legislatura di transizione

Domani, dunque, il nuovo Consiglio regionale si insedierà formalmente. Ma più che una cerimonia di apertura, quella dell’11 novembre sarà una cartina di tornasole: misurerà la compattezza del blocco Occhiuto, la capacità del centrosinistra di non implodere e la tenuta di un sistema politico regionale in costante evoluzione. La Calabria che si presenta a questo appuntamento è una terra che, tra promesse di riforme e nodi irrisolti, attende risposte concrete. E da domani, almeno in teoria, tutto ricomincia da qui: dall’aula di Palazzo Campanella, dove numeri, simboli e ambizioni torneranno a pesare quanto – e più – delle parole.

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