Amaro sfogo della dottoressa di Guardia medica aggredita nel Vibonese: l’autore rimane tranquillamente in libertà

La denuncia: io non mi fermo e se necessario chiederò un incontro al presidente Mattarella. Appello al Prefetto affinché interviene per sollecitare condizioni di sicurezza

E’ uno sfogo amaro quello della dottoressa di Guardia Medica che qualche giorno fa è stata aggredita durante una visita domiciliare. <Mi chiedo – dice la donna – se dovevo morire affinché l’episodio che io ho denunciato doveva essere preso in considerazione da chi di competenza. E’ arrivato il momento – aggiunge – di rendersi conto che la sola solidarietà non basta più>. La dottoressa, residente a Cessaniti, ma in servizio alla postazione di Guardia medica di Pannaconi, frazione del piccolo centro dell’entroterra della provincia di Vibo, durante la notte è stata chiamata telefonicamente da una persona riferendole che sentiva forti dolori al petto e delle palpitazioni piuttosto elevate. A quel punto senza aspettare un attimo ha preso la borsa con tutto l’occorrente è si è recata sul posto accompagnata dalla mamma che in genere le fa compagnia quando deve effettuare il turno di notte. Arrivata nell’abitazione del paziente la dottoressa dopo la visita è stata afferrata alle spalle dall’uomo (poco più che sessantenne) trascinandola in una stanza al buio. Solo grazie alla sua forza e alla sua reazione è riuscita a divincolarsi e scappare via alla guida della sua piccola auto per poi allertare subito i carabinieri.

<Sono veramente scioccata e disgustata. In questi giorni – rivela la dottoressa – in tanti mi invitano a resistere, a tornare a lavorare. Ma come faccio se poi rischio di trovarmi di fronte il mio aggressore?>. C’è anche chi consiglia la giovane medico a cambiare postazione per non incorrere in questo inconveniente. <Mi chiedo che ragionamento è questo. Cambierebbe qualcosa se al posto mio ci fosse qualche altra persona?>. Da qui un appello della vittima dell’aggressione al prefetto di Vibo affinché intervenga per sollecitare interventi finalizzati alla sicurezza del personale medico impegnato nelle postazioni di guardia. <Per quanto riguarda la mia situazione – ha poi aggiunto – io andrò avanti e sono pronta a chiedere un incontro al presidente Mattarella>.

<Sono veramente scioccata e disgustata. In questi giorni – rivela la dottoressa – in tanti mi invitano a resistere, a tornare a lavorare. Ma come faccio se poi rischio di trovarmi di fronte il mio aggressore?>. C’è anche chi consiglia la giovane medico a cambiare postazione per non incorrere in questo inconveniente. <Mi chiedo che ragionamento è questo. Cambierebbe qualcosa se al posto mio ci fosse qualche altra persona?>. Da qui un appello della vittima dell’aggressione al prefetto di Vibo affinché intervenga per sollecitare interventi finalizzati alla sicurezza del personale medico impegnato nelle postazioni di guardia. <Per quanto riguarda la mia situazione – ha poi aggiunto – io andrò avanti e sono pronta a chiedere un incontro al presidente Mattarella>.

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