Il tempo non lenisce il dolore, perché niente può davvero colmare l’assenza di un figlio. Sedici anni dopo la tragedia che sconvolse la comunità di Serra San Bruno, il nome di Pasquale Andreacchi continua a vivere. Non nei titoli di cronaca, né nei fascicoli di un’indagine rimasta senza risposte, ma nel cuore di chi lo ha amato e continua a onorarne la memoria. Domenica 27 luglio ci si raccoglierà nuovamente attorno al suo ricordo, con la terza edizione del Memorial a lui dedicato.
Tributo silenzioso
Tributo silenzioso
Il programma, curato dal maneggio “Il Gigante Buono” – soprannome che Pasquale si era guadagnato per la sua statura imponente e il carattere mite, riservato e gentile – si aprirà alle 8.30 con l’incontro e la colazione dei cavalieri a Santa Maria del Bosco. Alle 9.30 il corteo a cavallo partirà in direzione del monumento dedicato a Pasquale, in via Corrado Alvaro. Il rientro è previsto per le 12, seguito alle 12.30 dal pranzo comunitario nella zona Casette di Santa Maria del Bosco, offerto dagli organizzatori.
Un caso irrisolto
Pasquale è scomparso l’11 ottobre 2009, a soli 18 anni. Per settimane si è sperato in un suo ritorno, fino a quando, il 9 dicembre, il ritrovamento dei suoi resti in un cassonetto ha segnato la svolta più tragica. Pochi giorni dopo, il 27 dicembre, nuove ossa furono rinvenute in un bosco poco distante. La conferma fu devastante: appartenevano proprio a Pasquale. Nonostante le indagini, la sua uccisione resta senza colpevoli. Secondo quanto ricostruito, Pasquale sarebbe stato attirato con l’inganno, poi aggredito, rapito, assassinato con un colpo alla testa e infine abbandonato in un luogo isolato, esposto agli animali. Una ricostruzione agghiacciante, che però non ha mai portato ad alcuna verità processuale. Nessun colpevole. Nessuna giustizia.
Ricordo sempre vivo
L’evento di domenica nasce dalla volontà della famiglia Andreacchi e di chi, in questi sedici anni, non ha mai smesso di chiedere verità. Pasquale oggi avrebbe avuto 33 anni, ma la sua vita è stata spezzata da una violenza inaudita e ancora senza volto. Chi salirà a cavallo lo farà anche per questo: per Pasquale, strappato troppo presto a questo mondo; per Salvatore e Maria Rosa, i suoi genitori, che non si sono mai arresi; per una verità che tarda ad arrivare; per un ricordo che resiste al tempo e al silenzio della giustizia.
