Sono in tanti a scrivere alla nostra redazione le loro impressioni sui cantieri aperti a Vibo Valentia e sulla qualità dei lavori. Tra questi importante il contributo di Rocco Tripodi che di seguito pubblichiamo.
“…le discese ardite e le risalite, su nel cielo aperto e poi giù il deserto e poi ancora in alto con un grande salto…”. Osservando lo stato dei lavori di riqualificazione di p.zza L. Razza( per i più p.zza S.Maria), è immediata e netta la sensazione che il progettista si sia ispirato al geniale paroliere-urbanista Mogol. Ardita, appunto, come la presunzione di riuscire ad armonizzare in uno spazio così, storicamente e strutturalmente collocato, quote, livelli, gradini, spigoli, elevazioni, accessi, fughe, rampe, mezzerampe e rampe da niente, ma soprattutto materiali, con la lucidità e la fantasia di un figlio dei fiori durante il concerto di Woodstock.
“…le discese ardite e le risalite, su nel cielo aperto e poi giù il deserto e poi ancora in alto con un grande salto…”. Osservando lo stato dei lavori di riqualificazione di p.zza L. Razza( per i più p.zza S.Maria), è immediata e netta la sensazione che il progettista si sia ispirato al geniale paroliere-urbanista Mogol. Ardita, appunto, come la presunzione di riuscire ad armonizzare in uno spazio così, storicamente e strutturalmente collocato, quote, livelli, gradini, spigoli, elevazioni, accessi, fughe, rampe, mezzerampe e rampe da niente, ma soprattutto materiali, con la lucidità e la fantasia di un figlio dei fiori durante il concerto di Woodstock.
La collocazione della chiesa di S. Maria del Soccorso, nel 1935, dalla vicina via E. Gagliardi, permise di configurare la p.zza L. Razza così come fino a qualche mese fa era, godibile dai nostri concittadini. Non certo un sito di primario interesse artistico, monumentale o turistico, ma oggettivamente armonica e dignitosamente proporzionata, con la sua pratica essenzialità. Forse i soli elementi che conservavano, anzi col tempo aumentavano il valore intrinseco, erano i 4 filari (2 dei marciapiedi e 2 della aiuola centrale) di cordoli sagomati in pregiato granito serrese (simili a quelli utilizzati per i gradoni della chiesa), che attraversavano la piazza per tutta la sua lunghezza. Granito tagliato, lavorato e smussato a misura da straordinari mastri-artigiani, gli scalpellini serresi, categoria di cui oggi si è persa ogni traccia…Così come ogni traccia si è persa di tutte le basole.
Stessa “distrazione” in via del Gesù come già avvenuto in passato. Una piattezza sciatta e sconsiderata sia esteticamente sia in fatto di qualità e tenuta che sfugge a tutti i controllori, che tende ad uniformare coperture di piazze, strade, marciapiedi con queste finte basole che altro non sono che volgarissimi impasti cementizi misti a polvere di pietra vulcanica. Vedi p.zza S. Leoluca, ormai un susseguirsi di rattoppi e piastrelloni di recupero frantumati e ballerini, e molte vie del centro storico i cui guasti però vengono diligentemente segnalati da centinaia di transenne che hanno ormai stabilmente sostituito gli operai del Comune. Stessa scelta per i lavori in p.zza Municipio e in via del Gesù.
La piazza sarà transitabile dai veicoli, per cui spero che al contrario che in passato, qualcuno tra le decine di tecnici i cui nomi compaiono bellamente nelle tabelle cantiere (dove esposte), si sia preso la briga di verificare nei capitolati e sul cantiere che le basole utilizzate abbiano uno spessore che sopporti un carico adeguato, quindi non di 5 cm (come mi è parso che siano), bensì come regolamentato; diversamente, come in piazza S.Leoluca, polvere nera erano e polvere nera ritorneranno.
Non solo inadempienze, inadeguatezze o semplice trascuratezza dal punto di vista esecutivo o contrattuale mi pare di ravvisare, ma immagino soprattutto una conseguente fruibilità problematica, se non a rischio, in particolare per disabili, bambini e anziani. Mi domando come mai quei politici che frequentano e abitano in prossimità della piazza e tutti gli amministratori vecchi e nuovi (nell’occupazione legittima degli scranni della sala consiliare), ma per loro buona sorte, in massima parte sempre le stesse persone, siano stati costantemente e unanimemente distratti rispetto ai danni della città e soprattutto rispetto a chi li ha provocati.
Si sentiranno in dovere di intervenire dopo il sopralluogo dei giorni scorsi (durante il quale c’ero e ho detto la mia), visto che ancora oggi in cantiere si procede con rinnovato ritmo verso la consegna dei lavori, senza che nulla sia stato modificato?
Ultima cosa: gli spazi riservati (immagino) alla piantumazione arborea, sono talmente piccoli da contenere soltanto mazzetti di prezzemolo. Se invece alberi saranno, mi farebbe meraviglia se il proprietario del palazzo in costruzione a lato della piazza, non abbia messo in conto che una sana crescita degli stessi alberi posizionati a meno di due metri dal fabbricato andrà ad invadere finestre e balconi, forse volutamente ad imitazione del Bosco verticale progettato da Bocci per i grattacieli di Milano… e scusate se è poco.
Rocco Tripodi