Piscitelli verso l’addio all’Asp: fallimento dello Stato o resa alla palude locale?

Il coordinatore della commissione straordinaria non conferma e non smentisce la notizia: io sono e resto un uomo dello Stato

Dopo appena dieci mesi alla guida della commissione straordinaria dell’Asp di Vibo Valentia, Vittorio Piscitelli sarebbe pronto a lasciare. Una notizia che scuote la sanità vibonese e che, se confermata, rappresenterebbe molto più di un semplice avvicendamento burocratico. Sarebbe il segnale inequivocabile di una resa istituzionale, di una ritirata silenziosa davanti a un territorio che continua a inghiottire ogni tentativo di risanamento e legalità.

Un fulmine a ciel sereno

Un fulmine a ciel sereno

Per alcuni si tratta di un fulmine a ciel sereno. Per altri – soprattutto tra chi ha visto nei commissari una minaccia agli equilibri consolidati – è l’occasione per tirare un sospiro di sollievo. Di certo nessuno avrebbe immaginato che Piscitelli potesse mollare dopo meno di un anno. Eppure, le premesse c’erano tutte.

Fin dal suo insediamento, il prefetto ha denunciato pubblicamente il caos amministrativo e organizzativo dell’Asp vibonese: reparti fantasma, servizi smantellati, qualcuno che gestisce la sanità pubblica come se fosse un affare privato, e una struttura piegata da decenni di incuria e interferenze. Piscitelli ha provato a mettere ordine, ma contro di lui si è mossa una resistenza invisibile, silenziosa e trasversale: ambienti ostili, relazioni opache, e un mondo politico locale che – più o meno apertamente – si è spesso messo di traverso. Spesso anche una comprensibile diffidenza.

Le responsabilità della Regione

L’arrivo della commissione straordinaria ha significato la chiusura di molte porte. Per alcuni potentati, un intollerabile cambio di passo. Per altri, la fine di un sistema di comode abitudini. Il risultato? Isolamento, boicottaggi, pressioni. E il silenzio assordante della Regione, che non ha mai mostrato un vero sostegno al lavoro della triade inviata per ripulire l’Asp da ogni forma di condizionamento, inclusi quelli della criminalità organizzata.

Presto un nuovo incarico

Da qualche giorno Piscitelli è in ferie. Ma a Vibo potrebbe non rientrare più. Lui al telefono non conferma e non smentisce la notizia: “Sono, e resto, un uomo dello Stato”. Se oggi Piscitelli è tentato da un nuovo incarico, è anche perché questo contesto si è dimostrato impermeabile a qualsiasi tentativo di cambiamento. Non è lui a gettare la spugna: è lo Stato che, ancora una volta, arretra. Di fronte a una sanità allo sfascio e a una classe dirigente troppo spesso complice o distratta. Il fallimento, se di fallimento si tratta, non è di un uomo. È di un sistema che continua a proteggere sé stesso invece di proteggere i cittadini. Se Piscitelli va via, resta una domanda amara: chi ha davvero voluto che tutto restasse com’era?

Intervista al commissario dell’Asp Vittorio Piscitelli, realizzata il 18 luglio 2025
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