<E’ una “chiamata alle armi” pericolosa quella che l’ex sindaco di Tropea, Giovanni Macrì, sta facendosi attraverso i social e pseudo “lettere aperte” alla città. Continua ad indentificare l’intera città di tropea con se stesso in un’opera di megalomania e malafede per la quale vorrebbe identificare il commissariamento della sua amministrazione comunale per infiltrazioni mafiose con il commissariamento di un intero paese>. E’ quanto sostiene l’esponente della Lega ed ex consigliere comunale di Tropea, Antonio Piserà.
<La vita economica e sociale a Tropea continua come sempre – dice Piserà – e proprio in queste ore si svolgono importanti gare di vela. E’ peraltro l’ex sindaco Macrì in palese contraddizione con sé stesso, atteso che lui stesso aveva detto che avrebbe aspettato le motivazioni dello scioglimento prima di valutare il da farsi, mentre ora già grida all’errore pur non conoscendo nulla delle motivazioni poste alla base dello scioglimento della sua amministrazione per infiltrazioni mafiose>.
<La vita economica e sociale a Tropea continua come sempre – dice Piserà – e proprio in queste ore si svolgono importanti gare di vela. E’ peraltro l’ex sindaco Macrì in palese contraddizione con sé stesso, atteso che lui stesso aveva detto che avrebbe aspettato le motivazioni dello scioglimento prima di valutare il da farsi, mentre ora già grida all’errore pur non conoscendo nulla delle motivazioni poste alla base dello scioglimento della sua amministrazione per infiltrazioni mafiose>.
In sostanza dice Piserà <Macrì calpesta lo Stato di diritto: non accetta le regole del “gioco”, non accetta l’applicazione delle leggi dello Stato contro la sua amministrazione, chiede modifiche legislative alla normativa in attesa di leggere le motivazioni dello scioglimento della sua amministrazione. Tutto fumo e propaganda vuota, è volerci mettere il “cappello” su iniziative che non appartengono a Macrì (i concerti di musica, ad esempio, ci sono sempre stati) perché Tropea era e resterà – con o senza Macrì – ai vertici del turismo calabrese grazie alle sue bellezze e alla sua storia che prescindono dalle amministrazioni comunali di turno e vivono anche senza il sindaco con l’amministrazione – così hanno detto gli organi dello Stato deputati a dirlo – condizionata dalla criminalità organizzata>.