“In riferimento alla ormai nota vicenda della nomina diretta del capo ufficio gabinetto del sindaco, ho ritenuto di presentare un’interrogazione poiché sono convinta che l’opposizione non si può fare solo sui mezzi di informazione ma attraverso un confronto diretto in Consiglio comunale. Molto si è detto sul punto ma occorre circoscrivere le argomentazioni agli aspetti più rilevanti sia sotto il profilo politico che sotto il profilo giuridico per evitare che le reali responsabilità da imputare agli attuali amministratori si possano disperdere tra le polemiche”.
Lo afferma Claudia Gioia, consigliera comunale di Vibo Valentia, che prosegue: “Il primo punto che ho inteso affrontare con l’interrogazione riguarda le ragioni di opportunità che hanno spinto il sindaco ad effettuare una simile scelta. La premessa da considerare è che, come è noto, il professionista nominato oggi quale Capo di Gabinetto aveva già ricoperto a favore di Romeo, quale candidato alla carica di Sindaco e dunque in qualità di soggetto privato, la funzione di curare la campagna elettorale di quest’ultimo. In funzione di ciò è evidente che, nel caso in cui la vicenda fosse realmente in questi termini, esisterebbe una linea di continuità tra l’attività svolta nell’ambito privatistico e l’attività svolta in ambito pubblicistico, con la differenza che nel secondo caso questa verrebbe pagata con i soldi pubblici e, dunque, con i soldi dei cittadini”.
Lo afferma Claudia Gioia, consigliera comunale di Vibo Valentia, che prosegue: “Il primo punto che ho inteso affrontare con l’interrogazione riguarda le ragioni di opportunità che hanno spinto il sindaco ad effettuare una simile scelta. La premessa da considerare è che, come è noto, il professionista nominato oggi quale Capo di Gabinetto aveva già ricoperto a favore di Romeo, quale candidato alla carica di Sindaco e dunque in qualità di soggetto privato, la funzione di curare la campagna elettorale di quest’ultimo. In funzione di ciò è evidente che, nel caso in cui la vicenda fosse realmente in questi termini, esisterebbe una linea di continuità tra l’attività svolta nell’ambito privatistico e l’attività svolta in ambito pubblicistico, con la differenza che nel secondo caso questa verrebbe pagata con i soldi pubblici e, dunque, con i soldi dei cittadini”.
Riguardo a tale aspetto, Gioia è fortemente convinta che le ragioni di opportunità impongano ad un rappresentante istituzionale di assumere comportamenti chiari ed inequivoci tali da non ingenerare alcun dubbio. “Le scelte di carattere pubblicistico non possono che essere assunte per finalità dal chiaro interesse collettivo,” aggiunge.
L’interesse pubblico
Il secondo punto affrontato nell’interrogazione riguarda la richiesta al sindaco di chiarire quale sia l’interesse pubblico sotteso alla nomina di Menniti quale capo di gabinetto. Gioia vuole comprendere i benefici concreti che i cittadini dovrebbero acquisire in funzione di tale nomina, tenendo conto che il sindaco sembra aver ritenuto insufficienti gli assessori e i dirigenti già nominati per garantire le necessarie funzioni amministrative. “Ritengo che i cittadini non abbiano bisogno di un capo gabinetto del Sindaco ma di un apparato amministrativo capace di affrontare e risolvere i reali problemi che interessano il nostro territorio,” commenta la consigliera, evidenziando la carenza di efficienza dei servizi pubblici essenziali come una priorità da affrontare.
Il “Patto Salva Città”
Un ulteriore punto sollevato riguarda il rispetto del “Patto Salva Città”, che impone la riduzione dei costi della politica. Un impegno assunto dal Sindaco in campagna elettorale e attraverso la redazione del suo programma. “Tale scelta è nettamente in contrasto con l’impegno assunto che avrebbe, invece, imposto l’utilizzo di tali risorse per attività amministrative ben più urgenti ed utili,” afferma Gioia, con un accento sulla necessità di rispondere alle necessità immediate dei cittadini.
Infine, la questione giuridica relativa al deficit strutturale delle finanze comunali e alla legittimità dell’assunzione di figure esterne in supporto agli organi di direzione politica viene posta all’attenzione del sindaco. “Il punto giuridico da risolvere è se il deficit strutturale che ha portato l’ente prima a proporre un piano di riequilibrio finanziario e dopo ad aderire al Patto Salva Città sia tale da consentire nel pieno rispetto della legge l’assunzione di figure esterne,” conclude Claudia Gioia, con un’analisi che solleva ulteriori dubbi sulla necessità e giustificazione della nomina.
La consigliera ribadisce infine che la sua opinione riguardo alla vicenda è che la nomina del capo di gabinetto non trova una reale giustificazione in relazione alle esigenze concrete dei cittadini, considerando anche le problematiche più urgenti come quelle relative alle strade e alla viabilità. “Fin quando il Sindaco non specificherà chiaramente l’utilità pubblica di tale scelta, la nomina appare finalizzata ad una esigenza personale del sindaco,” conclude la consigliera, facendo notare che l’impegno finanziario per i quattro anni complessivi ammonta a circa 160 mila euro, una cifra considerevole che i cittadini potrebbero ritenere mal spesa.