Precari della giustizia, presidi davanti alle Prefetture di Catanzaro, Cosenza e Reggio

In Calabria sono 850 i precari Pnrr e 350 i precari part time a 18 ore assunti con obiettivo convergenza a cui scadrà il contratto a marzo 2026

Martedì 16 settembre la Funzione Pubblica Cgil aderisce allo sciopero nazionale dei lavoratori e delle lavoratrici della giustizia con presidi davanti alle Prefetture di Catanzaro, Cosenza e Reggio Calabria dalle 9 alle 11. Focus della protesta il destino dei lavoratori assunti con Fondi Pnrr e per i quali il governo ha deciso, dopo anni di precarietà, il termine del rapporto di lavoro a giugno 2026. Si tratta di funzionari UPP, funzionari tecnici, operatori data entry. Una prospettiva a cui fa opposizione il sindacato rilanciando l’allarme sociale che “scaturirebbe dalla perdita di una fonte di reddito per centinaia di famiglie e l’emorragia che ne deriverebbe per un sistema giudiziario già al collasso e con profonde pecche”.

“La carenza di personale al ministero della Giustizia al 31.12.24 – avverte il sindacato – è di 15mila addetti. Tra il 2025 e il 2026 andranno in pensione circa cinquemila addetti. In Calabria sono 850 i precari Pnrr e 350 i precari part time a 18 ore assunti con obiettivo convergenza a cui scadrà il contratto a marzo 2026. Sono tutti necessari a far funzionare gli uffici giudiziari. L’arretrato recuperato con i precari si attesta ad un più 20%, questo dà la misura del loro prezioso contributo. Chiediamo la stabilizzazione dei precari a fronte, non solo di una dignità del lavoro ormai sempre più vilipesa, ma affinché si pongano le basi per una giustizia efficiente e accessibile”.

“La carenza di personale al ministero della Giustizia al 31.12.24 – avverte il sindacato – è di 15mila addetti. Tra il 2025 e il 2026 andranno in pensione circa cinquemila addetti. In Calabria sono 850 i precari Pnrr e 350 i precari part time a 18 ore assunti con obiettivo convergenza a cui scadrà il contratto a marzo 2026. Sono tutti necessari a far funzionare gli uffici giudiziari. L’arretrato recuperato con i precari si attesta ad un più 20%, questo dà la misura del loro prezioso contributo. Chiediamo la stabilizzazione dei precari a fronte, non solo di una dignità del lavoro ormai sempre più vilipesa, ma affinché si pongano le basi per una giustizia efficiente e accessibile”.

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