Un modo come un altro per richiamare l’attenzione? Forse per scherzare? O magari per provare a disarmare uno stato di paura accarezzando l’ironia?
Le interpretazioni potrebbero essere tante. In ogni caso la cronaca ci dice che ieri pomeriggio per la prima volta nell’aula consiliare di palazzo Luigi Razza, a Vibo Valentia, il nome del procuratore Nicola Gratteri è tornato a rimbombare, seppure per pochi istanti. Nessuno l’aveva più pronunciato in maniera così ferma e per giunta in Consiglio comunale dal giorno in cui in città si è scatenata Rinascita Scott, l’operazione antindrangheta più poderosa che sia stata mai assestata contro le cosche calabresi. Di parole su legalità e trasparenza se ne sono sentite tante ma sono subito volate via.
Durante lo scrutinio per l’elezione del presidente dell’assemblea un consigliere ha ritenuto di scrivere sulla scheda il nome di Nicola Gratteri, facendo ovviamente annullare il suo voto. Scherzetto che appartiene a quanti, e sono molti purtroppo, ritengono che la politica e, soprattutto, amministrare una città sia un piacevole passatempo. Avrebbe, invece, assunto un significato diverso se quella scheda voleva essere un segnale ben preciso, come a voler dire: attenti a tenere la barra dritta chiunque vada alla presidenza.
Per quanto riguarda Nicola Gratteri, l’auspicio è che il suo nome torni d’attualità a palazzo Luigi Razza, magari per entrare in aula e ritirare un riconoscimento o una meritata cittadinanza onoraria.