Nel cuore del Tirreno, dove la bellezza naturale dovrebbe dettare la linea dello sviluppo, accade l’incredibile: a Vibo Marina, la Pro Loco – l’ente nato per promuovere il turismo e valorizzare il territorio – sembra aver smarrito la bussola del buonsenso e del progresso. Mentre imprenditori, urbanisti e investitori parlano di nautica da diporto, di turismo sostenibile e di hotel di lusso capaci di trasformare questa cittadina in una meta obbligata per chi arriva in Calabria, la Pro Loco pare vivere in un’altra epoca. Un’epoca in cui l’unica visione possibile è quella di un porto industriale grigio e inquinato, soffocato dai fumi e dal rumore delle autocisterne, e non quella di una costa viva, attrattiva, a misura di turista e di cittadino.
Il premio sotto silenzio
Il premio sotto silenzio
Non è un caso isolato, purtroppo. Alcuni mesi fa, l’associazione ha premiato pubblicamente i dirigenti dello stabilimento di idrocarburi della Meridionale Petroli. Un gesto che, in qualunque luogo con un minimo di coscienza ambientale, avrebbe sollevato sdegno. Qui, invece, è passato sotto silenzio, o quasi, anche il sequestro dello stabilimento per inquinamento. Non serve una laurea in ecologia per capire quanto sia grave: un’azienda finita sotto indagine per violazioni ambientali, con una concessione in scadenza, che occupa un’area strategica del porto, è stata celebrata con il “Premio Santa Venere” da chi dovrebbe difendere il mare, le spiagge, l’identità turistica del territorio.
Solo controcorrente
E se il Consiglio comunale di Vibo Valentia, con un voto unanime, ha deciso di spingere per la delocalizzazione dell’impianto, la Pro Loco continua imperterrita a remare controcorrente. È una miopia culturale e politica che grida vendetta. È l’ennesimo episodio di una classe dirigente locale incapace di leggere i segni del tempo, di sintonizzarsi con il presente, di immaginare un futuro degno di questo nome.
La verità, però, è una sola: Vibo Marina non può più permettersi di essere ostaggio di interessi vecchi, di nostalgie tossiche e di associazioni che tradiscono la loro missione. Serve una svolta. C’è bisogno di coraggio. Serve una nuova narrazione, fatta di mare pulito, turismo internazionale, porti turistici, ristoranti, boutique, eventi culturali, arte, mare e sole.
Discarica industriale
Chi non vuole far parte di questa visione – e anzi la ostacola – deve farsi da parte. Perché Vibo Marina non è una discarica industriale né un monumento al degrado. È una perla da rilanciare. Ma bisogna avere il coraggio di scegliere da che parte stare. E la Pro Loco, oggi più che mai, ha scelto la parte sbagliata della storia.