Proroga concessioni balneari, dal Tar Liguria un campanello d’allarme

Per l'organo di giustizia ligure non ci sarebbe alcun documento dell'accordo tra governo italiano e Bruxelles per le proroghe sino al 2027. E se anche ci fosse non avrebbe alcun valore

Se l’orientamento del Tar Liguria dovesse essere condiviso anche da altri Tar, la proroga delle concessioni balneari al 2027 diventerebbe davvero un’utopia. La sentenza con cui l’organo di giustizia amministrativa ligure ha, infatti, respinto il ricorso di tre stabilimenti balneari contro la mancata proroga delle licenze da parte del Comune di Zoagli, piccolo centro alle porte di Genova, non può più far dormire sonni tranquilli a chi vive di turismo lungo le coste italiane. E ad allarmare sono proprio le motivazioni con cui il Tar ha dato ragione al Comune di Zoagli che aveva ritenuto non prorogabili le concessioni scadute nel 2023 dando il via alle procedure per la messa in gara delle stesse seguendo la normativa europea (legge Bolkestein).

Nessun rinnovo automatico

Per il Tar, infatti, non ci sarebbe alcun rinnovo automatico delle concessioni sino al 2027 in ossequio ad un accordo che sarebbe stato raggiunto nei mesi scorsi tra il governo italiano e Bruxelles. Il perché è semplice: di tale intesa non esisterebbe alcun documento scritto. E se anche ci fosse stato un documento a sancire l’intesa, stando a quanto sostiene il Tar, non avrebbe avuto alcuna validità perché nessun accordo può prevalere su quanto già sancito dalla Corte di Giustizia europea sentenziando che le proroghe sono in contrasto con il diritto comunitario.

Una mazzata non soggetta ad equivoci e che sta mettendo in subbuglio tutto il mondo dei balneari. Mondo che si divide tra coloro che ritengono la sentenza del Tar Liguria destinata a non sortire alcun effetto e coloro che, invece, cominciano a dare segni di seria preoccupazione e a fare pressione sui Comuni perché venga tracciata una rotta sicura in vista della stagione estiva.

Costa vibonese, tanta incertezza

A far riflettere è anche l’esistenza di sentenze con cui il Consiglio di Stato, nel recente passato, ha già preso posizione contro le proroghe delle licenze. Insomma, c’è poco da stare tranquilli specialmente in Calabria perché lungo i quasi ottocento chilometri di costa i comuni in possesso di piano spiaggia sarebbero davvero pochi. Lungo le coste del Vibonese a dover far i conti con l’incertezza imperante potrebbero essere un po’ tutti i comuni in quanto, navigando sulle loro pagine istituzionali, non ci si imbatte in notizie certe di piani spiaggia approvati. Alcuni centri, infatti, sarebbero ancora al nastro di partenza, mentre in altri non sarebbe stato completato l’iter. D’altra parte, il piano spiaggia dovrebbe andare a braccetto con il piano strutturale e anche in questo caso ci sarebbero più spine che rose.

Un fronte comune

Intanto, mentre nei corridoi della cittadella regionale pare stia circolando voce di un provvedimento da recapitare ai Comuni per suggerire loro come muoversi, i sindacati dei balneari invitano gli imprenditori iscritti a stare tranquilli perché sino al 2027 c’è tempo. E se non dovesse essere così? E se la sentenza del Tar Liguria dovesse fare da apripista per le successive scelte di altri Tar? Grattacapi non da poco. Forse, sindaci e gestori di lidi farebbero bene a muoversi in sintonia per cercare di capire cosa stia succedendo. L’anno scorso, sul filo di lana, venne trovata una motivazione (art. 10 del Codice della Navigazione) che consentì agli impianti balneari di poter lavorare. Quest’anno potrebbe essere decisamente più complicato . E la stagione delle vacanze è dietro l’angolo.

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