Disavventura a lieto fine per un maresciallo dell’Aeronautica in pensione. Aveva trascorso una decina di giorni sul litorale della Costa degli Dei a godersi il sole della sua terra. Poi, arriva l’ora della partenza. Assieme alla moglie, saluta Nicotera, sua città natìa, per dirigersi verso Rosarno a bordo del suo camper con sul rimorchio una potente moto Bmw.
Brutta esperienza
Brutta esperienza
Imboccata l’autostrada, punta verso Rimini dove avrebbe riabbracciato i suoi nipotini in vacanza al mare, prima di rientrare in Lombardia. Tutto tranquillo, tutto secondo l’itinerario sempre seguìto durante i suoi tanti viaggi verso la Calabria. Questa volta, però, lo aspetta qualche emozione in più. All’altezza di Sant’Onofrio, infatti, lo affianca una Grande Punto Fiat color grigio il cui conducente gli urla di fermarsi. Il maresciallo, militare con alle spalle campagne di guerra nel golfo Persico e in altri paesi del Medio Oriente, non si perde d’animo. Controlla sulle telecamere di bordo che il suo veicolo e il rimorchio siano a posto e continua la sua marcia. L’auto che lo segue lo affianca nuovamente e gli intima con più forza di fermarsi. Manco a pensarci.

Intervento della Polizia
Anzi, il maresciallo chiama la Polizia di Stato che gli suggerisce di proseguire la marcia per poi sostare nell’area di servizio prima di Pizzo. Qui, pochissimi minuti dopo, lo raggiunge una pattuglia ai cui agenti racconta nei dettagli quanto era successo. Aggiunge che chi gli urlava di accostare aveva un accento napoletano. I poliziotti prendono atto di ogni cosa, ma per loro non sarà facile arginare il susseguirsi di episodi i cui protagonisti parlano l’idioma campano e continuano a ‘far vittime’ in ogni dove. Tutto lascia pensare che, se il maresciallo si fosse fermato, sarebbe tornato a casa in treno o, quanto meno, col camper senza rimorchio.