Provincia di Vibo, Forza Italia chiede le dimissioni di L’Andolina: testardo e arroccato sulla poltrona

Il gruppo consiliare azzurro punta il dito contro il presidente dell'ente intermedio: situazione senza precedenti, basta umiliazioni

Il gruppo consiliare di Forza Italia alla Provincia di Vibo Valentia rompe il silenzio e interviene con toni duri contro il presidente Corrado L’Andolina, chiedendone le dimissioni immediate. Dopo le recenti dimissioni di sette consiglieri provinciali (leggi qui) — un fatto definito “senza precedenti” — gli azzurri parlano apertamente di una gestione arrogante e “lesiva della dignità istituzionale”, puntando il dito contro l’ostinazione del presidente nel voler restare alla guida dell’Ente. “Non possiamo più tacere – affermano i consiglieri di Forza Italia – di fronte a un insulto al buon senso e alle istituzioni. La realtà è sotto gli occhi di tutti: un’amministrazione paralizzata, una crisi politica conclamata, e un presidente che finge che nulla sia accaduto”.

Per il gruppo forzista, l’unica strada percorribile è quella di un passo indietro immediato da parte di L’Andolina. “Se ha ancora un briciolo di dignità politica – si legge nella nota – e rispetto per l’istituzione che rappresenta, deve assumersi la responsabilità delle sue scelte fallimentari”.

Per il gruppo forzista, l’unica strada percorribile è quella di un passo indietro immediato da parte di L’Andolina. “Se ha ancora un briciolo di dignità politica – si legge nella nota – e rispetto per l’istituzione che rappresenta, deve assumersi la responsabilità delle sue scelte fallimentari”.

Territorio o poltrona?

L’accusa è netta: restare al proprio posto, in questo momento, sarebbe solo un atto di arroganza e una negazione della crisi politica e amministrativa che sta travolgendo l’Ente intermedio. “È un affronto ai cittadini e ai consiglieri che, con coraggio, hanno scelto di dire basta a un’escalation di cattiva amministrazione”. Il messaggio finale è perentorio: “Se si tiene davvero al territorio e non alla poltrona, allora si passi dalle parole ai fatti: dimissioni immediate. Tutto il resto – concludono – è solo l’ostinata negazione di una realtà drammatica che nessuno può più ignorare”.

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