Fratelli d’Italia rompe gli indugi e dopo Forza Italia annuncia uffucialmente che non prenderà parte alla prossima elezione per il rinnovo del consiglio provinciale di Vibo Valentia. Una scelta politica netta, presentata come atto di coerenza e di rispetto verso gli elettori, ma soprattutto come una bocciatura frontale del presidente Corrado L’Andolina, accusato dal partito di aver governato sin dall’inizio in continuità con il centrosinistra. Il riferimento è al 2024, quando L’Andolina scelse di nominare un esponente del Partito Democratico come vicepresidente: un passaggio che, secondo FdI, segnò la rottura definitiva con il centrodestra e la presa di distanza dell’intero partito dall’amministrazione provinciale.
Centrodestra compatto
Centrodestra compatto
Nella nota, Fratelli d’Italia accoglie positivamente che altre forze del centrodestra abbiano adottato una posizione analoga, scegliendo di non partecipare alla competizione. Per gli esponenti meloniani, il ritiro dal voto non è una fuga ma un segnale politico: non si può, dicono, “avallare un sistema piegato alle convenienze personali del presidente”.
Attacco al Partito democratico
Toni durissimi anche nei confronti del Partito Democratico, accusato di “incoerenza e doppio volto”. Da un lato, il Pd sostiene l’iniziativa dei consiglieri comunali di Zambrone che chiedono le dimissioni del sindaco per provocare la caduta di L’Andolina; dall’altro, prepara una lista per le provinciali schierando dirigenti pronti – secondo FdI – a tornare al fianco dello stesso presidente per gestire incarichi e posizioni. Una dinamica che Fratelli d’Italia definisce “la solita pratica dell’inciucio e della trasversalità”.
La Gamba: Provincia senza guida
Il presidente provinciale del partito, Pasquale La Gamba, ribadisce la linea: l’astensione dal voto nasce per difendere la linearità politica e la trasparenza che FdI rivendica come proprie. E rilancia un altro fronte critico: l’assenza di una posizione netta della Provincia sull’allarme proveniente dai comuni dell’area montana, alcuni dei quali hanno già manifestato la volontà di lasciare Vibo e rientrare sotto la provincia di Catanzaro. “È l’ennesima prova dell’assenza di guida politica e amministrativa – sostiene La Gamba -. Le nostre scelte sono fatte nell’interesse del territorio e nel rispetto dei cittadini che ci danno fiducia”.


