È scontro aperto nella politica provinciale. La segretaria del Partito Democratico di Vibo Valentia, Teresa Esposito, ha lanciato un durissimo attacco al presidente della Provincia, Corrado L’Andolina, definendo la sua esperienza amministrativa “un tracollo del progetto politico del centrodestra”, denunciando “personalismo sfrenato” e una “totale assenza di una visione orientata al bene comune”. Un’invettiva netta, culminata nella richiesta di un “passo indietro collettivo” per aprire una “nuova fase democratica”.
La posizione della segretaria
La posizione della segretaria
Eppure, dietro la fermezza delle parole pronunciate dalla neo-segretaria, si apre una questione che agita gli stessi equilibri interni al Pd vibonese. A sollevarla è Francesco Tucci, componente del direttivo provinciale del partito, che in una nota denuncia una “clamorosa incoerenza” tra la linea pubblicamente assunta dalla segreteria e le alleanze effettivamente coltivate a livello locale.
Il nodo Zambrone
Il nodo del contendere si chiama Zambrone. Qui Corrado L’Andolina non è solo presidente della Provincia, ma anche sindaco, eletto alla guida di una coalizione che include Marcello Giannini, attuale presidente del Consiglio comunale e, fatto non secondario, segretario di Circolo del Partito Democratico. Un’alleanza che stride con il ritratto impietoso offerto dal partito a livello provinciale.
“La domanda – scrive Tucci – è inevitabile: se la gestione del centrodestra è davvero così fallimentare e faziosa, perché il Pd continua a sostenerla in uno dei comuni del territorio, attraverso un proprio dirigente di primo piano?”. E a rendere il quadro ancor più paradossale è il fatto che Giannini è stato eletto nell’assemblea provinciale del Pd proprio nella lista che ha sostenuto Teresa Esposito alla segreteria. Un legame diretto, dunque, tra la segretaria e chi oggi collabora con il “nemico politico” per eccellenza.
La credibilità del partito
Da qui la denuncia di un doppio standard: “La credibilità del partito – si legge nella nota di Tucci – è minata da un sistema di due pesi e due misure, dove la durezza delle sanzioni o la benevolenza dei silenzi sembrano dipendere più dai rapporti personali che da principi politici”. Tucci si spinge a chiedere l’intervento della Commissione di garanzia del Pd: “In passato, esponenti sono stati allontanati per molto meno. Perché oggi, chi è legato alla segreteria, pur essendo parte attiva in alleanze con la destra, resta intoccabile?”
Impegno per il territorio
Secondo l’esponente dem, la richiesta di “competenza, trasparenza e impegno reale per il territorio” rischia di diventare una formula retorica se non è accompagnata da coerenza interna e trasparenza sulle scelte politiche. “Se il PD vibonese vuole davvero aprire una nuova fase democratica – conclude -dovrebbe prima guardare dentro se stesso e chiarire pubblicamente i motivi delle proprie contraddizioni”.
Fronte interno spaccato
Un j’accuse che spacca il fronte interno del partito proprio mentre la crisi istituzionale in Provincia impone compattezza e visione politica. La vicenda mette in luce un nervo scoperto del centrosinistra vibonese: quello tra etica della responsabilità e logica delle convenienze. E apre una riflessione più ampia sulla capacità dei partiti di coniugare la coerenza con la gestione del potere nei territori.