La crisi politica che coinvolge il presidente della Provincia di Vibo e sindaco di Zambrone, Corrado Landolina, riaccende il dibattito sul futuro della governance nel Vibonese. A puntare il dito contro la gestione attuale è l’Udc provinciale, i cui rappresentanti Stefano Luciano (segretario provinciale) e Romano Loielo (presidente) denunciano il “trasformismo del Partito democratico” e “l’assenza del senso delle istituzioni” da parte di L’Andolina.
Critiche al Pd
Critiche al Pd
Secondo gli esponenti centristi, il Partito democratico “nei fatti garantisce sostegno al presidente e sindaco che è stato espressione di Forza Italia sia alla Provincia quanto al Comune di Zambrone, nonostante il segretario provinciale del partito si sia espresso pubblicamente in senso contrario”. A conferma di ciò, i rappresentanti dell’Udc ricordato un comunicato di Teresa Esposito, che aveva definito l’esperienza L’Andolina “fallimentare” e aveva chiesto un cambio di rotta. “E invece – si legge nella nota Udc – il consigliere comunale da cui nei giorni scorsi è dipesa l’assenza del numero sufficiente per sfiduciare L’Andolina è proprio del Pd. Come già accaduto in passato, questo partito dimostra un atteggiamento contraddittorio, che mina la credibilità non solo del Pd stesso ma di tutta la politica locale”.
La volontà di un solo eletto
Ma il giudizio più duro è riservato allo stesso L’Andolina. “In spregio al senso di rispetto dovuto alle istituzioni – attacca l’Udc – invece di prendere atto dell’assenza delle condizioni per governare, consente che Provincia e Comune restino in balia della volontà di un solo eletto, a cui di colpo viene assegnato il potere di decidere le sorti di due enti fondamentali per lo sviluppo del territorio”. “Come pensa di governare Landolina, ormai debole e sotto ricatto di un partito – il Pd – che non lo ha né voluto né eletto?”, è la domanda posta nel documento, che sostiene la decisione della consigliera comunale dell’Udc Mariana Iannello di firmare la mozione di sfiducia: “Ha fatto bene, essendo venuta meno l’agibilità democratica nella sua amministrazione”.
La politica vibonese
Gli esponenti centristi allargano poi il raggio alla situazione più generale della politica vibonese: “Vicende come questa – è l’accusa – generano un calo di credibilità che ha conseguenze evidenti. Il Vibonese, ad esempio, è oggi privo di una rappresentanza istituzionale forte in Consiglio regionale”.
Giunta Romeno nel mirino
Non manca un passaggio critico sull’amministrazione comunale di Vibo Valentia, guidata da Enzo Romeo: “Nonostante abbia un’intera amministrazione comunale a suo favore, non è riuscita ad eleggere un consigliere regionale. Ha dimostrato di non essere in grado di amministrare bene la città, concentrandosi su inutili nomine di consulenti che hanno mortificato giunta e consiglio comunale”.
Di fronte a questo scenario, l’Udc propone “di fare un mea culpa e aprire un serio confronto tra le forze politiche che operano sul territorio provinciale, affinché si recuperi il senso della politica”. Da qui l’appello agli alleati: “Invitiamo fin da ora ad aprire un tavolo di confronto per costruire una seria alternativa di governo per la Provincia e per il Comune di Vibo Valentia”.