Prima di lasciare il seggio e protocollare le dimissioni in blocco (leggi qui), sette consiglieri provinciali su dieci hanno partecipato oggi a una seduta fondamentale del Consiglio provinciale di Vibo Valentia, garantendo il numero legale e approvando due atti strategici: la variazione al bilancio di previsione 2025-2027 e la variazione al Documento Unico di Programmazione (DUP) per lo stesso triennio. Un passaggio ritenuto cruciale per dare continuità al percorso di stabilizzazione dei Tirocinanti di Inclusione Sociale (TIS), personale precario impegnato nei servizi pubblici del territorio. Solo dopo aver assicurato il via libera a queste misure, i consiglieri hanno proceduto a formalizzare le dimissioni tramite protocollo, segnando una frattura politica senza precedenti all’interno dell’Ente intermedio.
L’Andolina: non mi dimetto
L’Andolina: non mi dimetto
Nel corso della seduta, il presidente Corrado L’Andolina ha rivendicato “il rigoroso perseguimento della legalità e dell’interesse pubblico”, aggiungendo di sentire “un senso di responsabilità altissimo verso le istituzioni e la comunità”. Ha quindi escluso ogni ipotesi di dimissioni personali, confermando la volontà di restare in carica e proseguire il mandato. Nonostante la crisi politica apertasi con le dimissioni – che coinvolgono la maggioranza dei componenti dell’aula – il presidente non è giuridicamente sfiduciabile, poiché la normativa vigente non prevede il decadimento automatico del vertice provinciale in caso di dimissioni del Consiglio. La conseguenza immediata sarà dunque lo scioglimento dell’assise e la convocazione di nuove elezioni entro 90 giorni, come previsto dalla legge. A non firmare le dimissioni sono stati i consiglieri Nicola Lasorba (vicepresidente in carica) e Carmine Mangiardi, mentre il consigliere Vincenzo Lentini era assente per motivi professionali.