Nel pieno della polemica sulla partecipazione alle elezioni provinciali di Vibo Valentia – tra rinunce strategiche, boicottaggi politici e accuse incrociate – il Movimento 5 Stelle sceglie di entrare in campo con un messaggio tanto netto quanto controcorrente: “Basta qualunquismo, basta demolire le istituzioni per convenienza”.
I cittadini e il voto diretto
Il Movimento riconosce senza giri di parole che la legge Delrio “ha un limite di fondo” e che va riformata per restituire ai cittadini il voto diretto. Ma rifiuta la narrazione, sempre più diffusa, secondo cui le Province sarebbero ormai scatole vuote. “La Del Rio non ha svuotato le funzioni – affermano -. Viabilità, ambiente, scuole superiori, polizia provinciale, sviluppo economico: sono competenze decisive e concrete, che incidono sulla vita dei cittadini tutti i giorni”. Per questo il M5S rivendica la scelta di lavorare dentro la coalizione Progressista e Riformista, contribuendo alla composizione delle liste con Vincenzo La Caria (Vazzano) e sostenendo la candidatura civica di Angelita Ilenia Tulino (Mileto). “Non ci chiudiamo nel nostro orticello – sottolineano – ma partecipiamo alla costruzione di un progetto territoriale serio, valorizzando esperienze e competenze reali”.
Critiche a chi ha scelto l’astensione
Il comunicato entra poi nel merito dei temi: dalla gestione del suolo alla prevenzione delle calamità, dalle politiche di bacino energetico alle trattative con la Regione su strade e dimensionamento scolastico, fino al ruolo dei Centri per l’Impiego e alla necessità di patti di sviluppo settoriali. Una visione ampia, quella pentastellata, che punta a riportare la Provincia al centro del dibattito sullo sviluppo locale. Un messaggio diretto a chi, in questi giorni, ha scelto la via dell’astensione come forma di protesta: “Le istituzioni non si disertano – sostengono Furci e Santoro –. Si cambiano dall’interno, con responsabilità e coraggio”.
Noi restiamo in campo
In una fase in cui il clima politico vibonese sembra oscillare tra sfiducia, accuse e fughe laterali, il M5S sceglie dunque la strada opposta: restare in campo rivendicando un’idea di Provincia che non si liquida con uno slogan, ma si costruisce con lavoro quotidiano e scelte politiche misurabili. Una posizione che promette di far discutere e che, nel deserto istituzionale di questi mesi, suona come una chiamata a non abbandonare il terreno della rappresentanza.


