Sono stati momenti emozionanti, venerdì sera (30 agosto) nel giardino de La Rada a Vibo Marina, quando la giornalista Marialucia Conistabile ha letto la lettera inviata dall’avvocato Giovanna Fronte che, per tanti anni, ha affiancato Nello Ruello, il testimone di giustizia che non si è piegato ai suoi aguzzini e ha avuto il coraggio di denunciare, facendo arrestate esponenti di primissimo piano del clan Lo Bianco-Barba.
Ruello prima di intraprendere quella battaglia è stato alla ricerca di un avvocato per sostenerlo nelle sue battaglie. Ma non è stato un percorso agevole, molti gli hanno chiuso la porta in faccia.
Avvocato coraggioso
In quegli anni non era facile trovare un penalista pronto a metterci la faccia e schierarsi al fianco di un testimone di giustizia. Per qualcuno questo significava schierarsi, mettersi dalla parte di chi andava dritto contro i potenti, gli uomini delle cosche. Giovanna Fronte, invece, non ci ha pensato due volte e subito ha accettato di mettersi al fianco di quell’uomo che era finito nella morsa dell’usura e che aveva trovato il coraggio di liberarsene. Di quella scelta oggi ne va fiera e lo dice apertamente mettendo nero su bianco in un lettera inviata a Noi di Calabria, la testata giornalistica edita dall’imprenditore Francesco Cascasi, che ha voluto conferire il primo premio alla memoria di Nello Ruello.
Ecco cosa scrive l’avvocato Giovanna Fronte:
Esattamente 20 anni fa, nello stesso periodo mi giungeva la telefonata che ufficialmente mi conferiva l’incarico per rappresentarlo in giudizio. Allora non ebbi nessun indugio a fare le valigie e rientrare dalle vacanze. Il 12 settembre di quell’anno mi presentai in giudizio a fianco della Dottoressa Manzini dinanzi al gip dottor Pavich. Purtroppo motivi strettamente personali non mi permettono oggi di presenziare: la strada della vita spesso riserva soste obbligate che cambiano drasticamente il percorso scelto e intrapreso e forse non ti portano a destinazione.
Anche la vita del signor Ruello ha presentato ostacoli e limiti che hanno modificato drasticamente il suo percorso. Riprendere la strada e riprendere in mano la sua vita non è stato facile ma lui ha lottato sino alla fine con tutte le sue forze. Ha lottato contro la solitudine, l’abbandono e le maldicenze.
Donne e uomini veri
Ha incontrato ominicchi che rivestivano ruoli istituzionali ma ha anche incontrato Donne e Uomini veri servitori dello Stato. Non gli è mai stato dato un programma di protezione e perciò non ha mai avuto lo status di “testimone di giustizia” ma non si è mai sottratto al dovere della testimonianza. Ha ottenuto solo un programma di protezione locale, spesso revocato costringendolo a battaglie amministrative, sempre vinte! È andato via in silenzio, solo poche persone al suo fianco: sicuramente onnipresente la figlia Mariarita la quale ha dedicato tutta la vita e sacrificato tutte le sue aspirazioni per sostenere il padre e i suoi “Angeli Custodi” la sua scorta.
Ruello non ha dovuto lottare solo contro i criminali ma contro pezzi delle istituzioni e soprattutto contro il silenzio assordante di una società narcotizzata, accondiscendente alle famiglie di ndrangheta e collusa.
Eppure una mano d’aiuto l’aveva dato, una possibilità di riscatto per il territorio l’aveva offerta quando portò a Vibo pezzi importanti dello Stato : sembrava cambiato il vento, la sua attività rifoirita, rinata, ma senza il colpo di schiena della società nulla è possibile (qualcuno, tanti, si vergognavano ad uscire con la bustina con impressa una gerbera gialla e il nome “ottica Ruello”.
La sua azione non è stata vana
Dobbiamo però dire che la sua azione non è stata vana e il suo sacrificio non è stato inutile, anzi! In 20 anni molte cose sono cambiate : la certificazione della presenza della cosca LoBianco/Barba in sostegno del più potente clan Mancuso, ulteriormente ribadito e riconosciuto in Rinascita Scott, la proliferazione delle parti civili private nei processi di estorsione ed usura, l’aumento delle denunce da parte di imprenditori, commercianti e artigiani, la nascita stessa dell’associazione antiracket e antiusura della Provincia di Vibo Valentia.
C’è ancora molto lavoro da fare e oggi con questa iniziativa si è sulla strada giusta: la memoria è importante, l’oblio è il nemico della crescita e dello sviluppo di un paese. A tutte le associazioni di promozione sociale il compito di parlare ai giovani dei buoni esempi del nostro territorio.
Giovanna Fronte