I Marcatori Identitari Distintivi (Mid) sono solo un’assurdità. E vi spiego il perché. Siamo difronte ad un progetto talmente ambizioso e complesso che sulla carta può avere una sua logica ma che nella realtà diventa superfluo e lezioso. L’idea dei Mid nasce all’epoca della Presidenza Santelli, con l’assessore Orsomarso grande teorizzatore dei Mid.
I Marcatori Identitari Distintivi non sarebbero altro che mettere insieme personaggi storici calabresi più o meno conosciuti, opere d’arte, beni culturali, prodotti agroalimentari tipici e creare un contenitore di 100 identità da far conoscere nel mondo. Tutto questo al fine di far prevalere una nuova narrativa della Calabria. Non solo bellezze naturali, mare, monti, campagna, ma anche cultura, tanta cultura.
I Marcatori Identitari Distintivi non sarebbero altro che mettere insieme personaggi storici calabresi più o meno conosciuti, opere d’arte, beni culturali, prodotti agroalimentari tipici e creare un contenitore di 100 identità da far conoscere nel mondo. Tutto questo al fine di far prevalere una nuova narrativa della Calabria. Non solo bellezze naturali, mare, monti, campagna, ma anche cultura, tanta cultura.
Investimenti inutili
La domanda da porsi è perché in cinque anni dalla loro presentazione i Mid non sono decollati e vivono una vita asfittica nonostante la Regione ci abbia investito su ben tre milioni di euro. Ancora oggi, dopo cinque anni, continua la mappatura delle eccellenze calabresi. Ma qui nasce il primo dubbio, che c’entra l’assessorato al turismo con una ricerca che dovrebbe riguardare invece l’assessorato alla cultura? Nulla.
Quando si mettono in evidenza alcuni marcatori distintivi la cosa può essere interessante dal punto di vista culturale ma di certo non ha alcun interesse per lo sviluppo di un turismo culturale. Prendiamo per esempio quello che Lenin Montesanto, Program manager della Cabina di Regia regionale sui Mid, porta come esempio della nuova narrazione sulla Calabria. Lui afferma:”… in Calabria è stata inventata la chirurgia plastica, con i fratelli Vianeo che nel loro studio a Tropea nel ‘500 hanno ricostruito nasi di mezza Europa; che nello stesso secolo il matematico Luigi Lilio di Cirò progettava la riforma di quello che divenne il Calendario Gregoriano oggi diffuso in tutto il mondo; che a metà ottocento il musicista Alfonso Rendano inventava il terzo pedale al pianoforte… “.
Questo non è un libro
E poi ancora: “lo sapevate che a Crotone, nella Scuola fondata da Pitagora, prese forma il celeberrimo Teorema a lui attribuito; che a Locri hanno vissuto Nosside, la prima ed unica poetessa d’Occidente e Zaleuco il primo legislatore occidentale; e che è calabrese anche Giovanbattista Palatino, il calligrafo originario di Rossano, più celebre del Rinascimento, autore del manuale di scrittura più stampato della storia ed al quale è dedicato uno dei caratteri più usati al mondo?”.
Tutte cose interessanti per un libro su “lo sapevi?”. I fratelli Vaneo, Luigi Lilio, Giovanbattista Palatino, Nosside, Zaleuco, Alfonso Rendano, rientrano nei 100 marcatori distintivi ma di certo nessun tour operator riuscirebbe ad inserirli in un itinerario per un Tour culturale alla scoperta della Calabria. Quello che può avere un interesse storico culturale, può anche non servire molto in campo turistico.
Promuoviamo i prodotti
Il turista vuole vedere, visitare, toccare, gustare, e in questi casi non abbiamo nulla da fargli vedere e toccare. Di Pitagora a Crotone non c è nulla, di Luigi Lilio idem, così come di Nosside, Zaleuco, Rendano. Certo è bello vedere che il Comune di Cirò fa un convegno su Luigi Lilio che riempe la sala comunale.
Ma state certi che nessun turista sarà invogliato ad andare a scoprire i luoghi dove visse l’uomo che modificò il calendario gregoriano. Se fossi il sindaco di Cirò Marina e di Cirò chiederei alla Regione di fare una bella promozione sul distretto vinicolo, sui vigneti e sulle cantine del cirotano dove si produce uno dei primi vini a cui fu riconosciuta la Denominazione d’Origine Controllata insieme al Marsala in Sicilia.
I Marcatori identitari distintivi sono semplicemente inutili e superflui. Già il nome stesso fa pensare a Rosario Rosato, a uno stopper, intento a marcare e distruggere il gioco dell’avversario. Suona male, è aspro, respingente. E di certo non c’ è bisogno dei Marcatori identitari per sapere che il turismo culturale in Calabria si sviluppa mettendo insieme tutte le bellezze e le attrattive che abbiamo dai Bronzi di Riace, alle aree archeologiche, alle bellezze naturali, ai nostri borghi, alla nostra enogastronomia, al mare e alla montagna.
Investimenti effimeri
Non c’è alcun bisogno di Marcatori identitari in cui imprigionare e schematizzare le nostre bellezze. Certo poi c’è una scelta di fondo che la Regione deve fare. La Regione non può pensare di voler puntare sul turismo culturale e poi spendere milioni e milioni in eventi effimeri come il Capodanno Rai che vanno in direzione opposto. Servono scelte coerenti, altrimenti avremo sempre il dato che la Calabria viene scelta per una vacanza al mare con una stagionalità striminzita e con un turismo di vicinanza.
La Calabria Film Commission che dovrebbe realizzare questi Marcatori ha già ricevuto cospicui anticipi, siamo nell’ordine di un milione e mezzo. Sarebbe interessante capire come sono stati spesi visto che ancora di campagne promozionali non se ne sono viste. Né tanto meno si hanno notizie di app, guide, e quant’altro. Intanto siamo a poco meno di un mese da Pasqua e dai ponti di primavera e i gruppi in arrivo non sono di certo merito dei Marcatori Identitari né tanto meno dal Capodanno Rai, ma solo della fatiga degli albergatori e dei tour operator calabresi.