Mimmo Lucano non potrà essere candidato alle prossime elezioni regionali in Calabria. A deciderlo è stata la Corte d’Appello di Catanzaro, che ha dichiarato l’ex sindaco di Riace incandidabile in base alla cosiddetta Legge Severino (D.lgs. 235/2012), per via di una condanna definitiva a un anno e sei mesi per falso ideologico, pur con pena sospesa.
L’annuncio arriva a poche settimane dal voto, mentre Lucano era indicato come capolista di Alleanza Verdi e Sinistra nella circoscrizione Sud, a sostegno del candidato presidente Pasquale Tridico. Un ruolo che aveva assunto dopo settimane di indiscrezioni e ipotesi su una sua possibile candidatura, inizialmente valutata come suggestione, poi confermata dallo stesso Lucano in seguito alle polemiche che avevano investito Donatella Di Cesare, docente universitaria e candidata Avs, duramente attaccata dal centrodestra – in particolare da Fratelli d’Italia – per un post pubblicato in occasione della morte della brigatista rossa Barbara Balzerani. “Ho deciso di candidarmi dopo aver assistito al linciaggio pubblico contro Donatella Di Cesare”, aveva dichiarato Lucano, dando così un’impronta fortemente simbolica alla sua presenza nelle liste.
L’annuncio arriva a poche settimane dal voto, mentre Lucano era indicato come capolista di Alleanza Verdi e Sinistra nella circoscrizione Sud, a sostegno del candidato presidente Pasquale Tridico. Un ruolo che aveva assunto dopo settimane di indiscrezioni e ipotesi su una sua possibile candidatura, inizialmente valutata come suggestione, poi confermata dallo stesso Lucano in seguito alle polemiche che avevano investito Donatella Di Cesare, docente universitaria e candidata Avs, duramente attaccata dal centrodestra – in particolare da Fratelli d’Italia – per un post pubblicato in occasione della morte della brigatista rossa Barbara Balzerani. “Ho deciso di candidarmi dopo aver assistito al linciaggio pubblico contro Donatella Di Cesare”, aveva dichiarato Lucano, dando così un’impronta fortemente simbolica alla sua presenza nelle liste.
Tuttavia, la decisione della Corte d’Appello ferma tutto. La norma invocata, l’articolo 7 della Legge Severino, esclude dalla competizione elettorale coloro che hanno riportato condanne definitive per reati legati all’abuso di potere o alla violazione dei doveri d’ufficio, anche con pene inferiori ai due anni. La difesa di Lucano si opporrà al provvedimento, ma adesso resta da capire se Avs intenderà sostituire formalmente o meno Lucano in lista.