Un’analisi puntuale del Documento di economia e finanza regionale mette in evidenza come la programmazione messa nero su bianco dal presidente Roberto Occhiuto sia ampia e ambiziosa. Tuttavia, emerge un punto essenziale: i calabresi, dopo anni di annunci e promesse, vogliono vedere l’inizio dei lavori, non solo l’inizio delle frasi. Come evidenzia Il Quotidiano del Sud, il nuovo Defr della Regione promette interventi. Promesse che, finora, restano soltanto promesse.
Alta velocità
Per quanto riguarda la tanto annunciata alta velocità, si evidenzia un dato di fatto: nel breve periodo, l’unico intervento concreto previsto in Calabria è il raddoppio delle gallerie Santomarco. Secondo il Def, il progetto esecutivo arriverà nei primi mesi del 2026, con avvio immediato dei lavori. Il resto rimane prospettiva futura, ancora tutta da verificare. Parallelamente, è previsto il completamento dell’elettrificazione della linea Jonica e l’ingresso in servizio di 10 nuovi treni Blues e Pop dal 2026, un’operazione necessaria visto che la Calabria continua a disporre di una delle flotte ferroviarie più obsolete del Paese.
Acqua, energia e rifiuti
Il Defr definisce l’acqua “la ricchezza del futuro”, una frase che suona quasi amara in una regione che affronta crisi idriche croniche, perdite di rete elevatissime e infrastrutture obsolete. Il documento impegna il Piano d’Ambito idrico da 2,2 miliardi, che ambisce a ridurre del 50% le perdite entro il 2030. Obiettivo condivisibile, sottolinea Il Quotidiano del Sud, ma che richiede una gestione efficiente che finora non si è vista. Sul fronte energetico, la Regione punta a una Utility regionale per riprendersi la gestione degli invasi in vista della scadenza delle concessioni idroelettriche nel 2029. L’idea: offrire energia calmierata alle imprese e rendere la Calabria più attrattiva. Anche qui, però, siamo alle intenzioni.
Per i rifiuti, il Defr conferma l’obiettivo dell’80% di raccolta differenziata e il raddoppio del termovalorizzatore di Gioia Tauro. Una scelta destinata a far discutere, in un territorio segnato da anni di emergenze cicliche e impianti insufficienti.
Territorio e rischio idrogeologico
Il documento regionale prevede inoltre un maxipiano di manutenzione e messa in sicurezza del territorio da avviare a inizio legislatura, insieme a un nuovo disegno di legge sulla difesa del suolo, volto a superare l’attuale frammentazione delle competenze. Misure indispensabili in una regione che ogni anno affronta frane, allagamenti e corsi d’acqua trascurati, ma che richiedono velocità esecutiva e capacità amministrativa.
Ma il vero nodo resta la sanità
È proprio sul punto più cruciale, però, che i cittadini insistono: la sanità. Ospedali in affanno, reparti chiusi o sotto organico, pronto soccorso saturi, continui viaggi della speranza, medicina territoriale insufficiente, liste d’attesa interminabili. Nonostante le rassicurazioni, la situazione resta la più grande emergenza strutturale della regione. La Calabria attende risposte concrete — corsi di formazione, assunzioni, investimenti reali, potenziamento del territorio, sblocco dei cantieri per le nuove strutture — non nuovi slogan. La Regione continua a presentare piani ambiziosi e prospettive di rilancio, ma la distanza tra annuncio e realizzazione è ancora troppo ampia. I calabresi ora chiedono fatti, non promesse. Perché, è bene ricordarlo, non si governa con i titoli, ma con i risultati.


