Rendiconto Inps, allarme dell’Uil Calabria: disoccupazione inarrestabile e crescita molto lenta

Il segretario generale Mariaelena Senese invita la politica a cambiare rotta: occorre costruire un futuro occupazionale più stabile e sicuro

Arrivano le prime riflessioni sul rendiconto sociale dell’Inps riguardante il 2023. Sono numeri che non lasciano per nulla tranquilli. Manca il lavoro, manca la produttività, manca l’occupazione stabile. Su questi argomenti si è espressa Mariaelena Senese, segretario regionale dell’Uil. “In Calabria il lavoro precario è una costante – dice – e i dati occupazionali non sono per nulla confortanti. E’ ora di cambiare rotta! La Uil Calabria esprime forte preoccupazione per le statistiche che l’Inps sta offrendo in questi giorni con la presentazione del proprio rendiconto sociale declinato su base provinciale”.

Numeri preoccupanti

Numeri preoccupanti

Naturalmente ciò che preoccupa maggiormente, è la difficoltà dei giovani calabresi a trovare lavoro nella propria regione di appartenenza. “Scendendo nel particolare, infatti, – sottolinea la segretaria dell’Uil Calabria – emerge che il tasso di disoccupazione femminile nella fascia 15-24 anni è del 51,6%, in Italia si attesta al 25,2%, mentre per la fascia 24-34 anni si dimezza sfiorando il 25% ma mantenendo sempre un peso doppio rispetto al dato nazionale che si ferma a poco più dell’11%. Anche fra gli uomini le percentuali del tasso di disoccupazione sono assai alte. Per la fascia d’età 15-24 anni il dato che emerge è del 41,4%, mentre su scala nazionale è pari al 21,1%. Dato che scende al 21,8% nella fascia d’età compresa fra i 25 e i 34 anni, risultando particolarmente alto rispetto al dato nazionale che fa segnare un 9,5%. Preoccupa, infine, anche il dato riferito agli inattivi che in Calabria sono 958 mila, con un tasso di inattività che sfiora il 47% del totale della platea”.

Contratti a termine

Sulla scorta della valutazioni di Mariaelena Senese, “i dati occupazionali che emergono mostrano una crescita numerica del lavoro, ma ci descrivono una crescita debole perché basata, però, su contratti precari e a tempo determinato. Nella fotografia scattata dall’Inps sul mercato del lavoro calabrese spicca il ricorso a contratti a tempo determinato, stagionali, in somministrazione o con contratto intermittente. Questo tipo di occupazione, pur aumentando il numero di posti di lavoro, non risponde alla necessità di stabilità e continuità economica di cui la Calabria ha bisogno per un reale sviluppo economico e sociale”.

Un altro dato allarmante riguarda il gender gap: le donne calabresi, sono 196 mila quelle occupate e 46 mila quelle senza lavoro, rimangono svantaggiate rispetto agli uomini, con tassi di occupazione significativamente inferiori, una situazione che persiste nonostante i passi avanti nel resto del Paese.

Pericolo rassegnazione

“A tutto ciò – osserva ancora Senese – si aggiunge un alto numero di persone inattive, ossia coloro che, scoraggiati dalle prospettive, non cercano più lavoro. Questo scenario rende evidente la necessità di politiche attive del lavoro più incisive, in grado di generare opportunità reali e durature, contrastando la precarietà e coinvolgendo anche le fasce più deboli della popolazione, comprese le donne e i giovani”.

La Uil Calabria sottolinea, inoltre, l’importanza di una collaborazione rafforzata tra enti e istituzioni, con un sistema sinergico capace di monitorare, incentivare e sostenere l’occupazione. “Un esempio virtuoso in tal senso è quello dell’Inps, che sta presentando il suo Rendiconto sociale scegliendo di condividere e discutere i dati con le parti sociali e le istituzioni di riferimento, dimostrando un modello di dialogo aperto e produttivo”.

Occorre cambiare rotta

Secondo numero uno dell’Uil Calabria “per uscire da questa situazione è necessario puntare su politiche attive del lavoro, stabilità contrattuale e un modello di collaborazione tra enti locali, organizzazioni sindacali e istituzioni. Solo così la Calabria potrà realmente cambiare rotta e costruire un futuro occupazionale più stabile e inclusivo”.

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