Il cancello del sito archeologico delle mura greche a Vibo Valentia è aperto. Una grande novità, se si pensa che questo imponente luogo, che ospita la cinta muraria ellenica più estesa della penisola, è rimasto chiuso per anni. Ma la vera notizia è l’ultima scoperta fatta durante gli scavi condotti nei mesi di marzo e aprile scorsi.
Più di 500 metri di mura con otto torri vennero alla luce agli inizi del ’900 grazie agli scavi dell’archeologo Paolo Orsi. Oggi, grazie a un intervento inserito nel progetto ArcheoVibo — promosso e finanziato dalla Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio per la Città Metropolitana di Reggio Calabria e la Provincia di Vibo Valentia, con il coinvolgimento scientifico del Dipartimento di Civiltà Antiche e Moderne dell’Università degli Studi di Messina — sono stati riportati alla luce tratti di circuito murario costruiti con una tecnica a doppio paramento e riempimento interno in sacco di pietre, perfettamente conservati, che rendono il sito unico.
Le scritte incise sulle pietre che formano il muro di cinta non risalgono certo al III secolo avanti Cristo, ma sono segni tangibili di inciviltà da una parte e di negligenza dall’altra. Il sito, già videosorvegliato, sarà presto fruibile per i turisti e i tanti appassionati.