A sei anni esatti da quel 19 dicembre 2019 – il giorno del maxi blitz che portò all’arresto di oltre 300 persone e aprì una stagione nuova nella lotta alla ’ndrangheta – il processo Rinascita Scott si avvia al suo passaggio decisivo in Corte d’Appello. La data indicata per la lettura del dispositivo è il 18 dicembre, alla vigilia di un anniversario che la Calabria non ha dimenticato.
Ultimate le arringhe difensive
Ultimate le arringhe difensive
Nell’aula bunker di Lamezia Terme, costruita appositamente per ospitare le udienze del maxi processo, ieri sera si è chiusa l’ultima pagina del fronte difensivo. L’avvocato Alessandro Diddi è stato l’ultimo a prendere la parola dopo una lunga giornata segnata dal deposito, da parte della Procura generale, di una memoria di oltre mille pagine più allegati: una sintesi monumentale degli atti d’accusa per ciascuno dei 214 imputati.
Richieste che pesano
L’udienza si è protratta fino a tarda sera, mentre riecheggia il precedente di primo grado, quando la camera di consiglio durò 35 giorni. A settembre, la requisitoria della Procura generale aveva chiesto 209 condanne e 6 assoluzioni, ribadendo la linea dura contro i vertici delle cosche vibonesi. Tra le richieste più pesanti spiccano i 30 anni di carcere chiesti per i boss Saverio Razionale (San Gregorio d’Ippona), Rosario “Cassarola” Pugliese (nuove leve della ’ndrangheta vibonese), Giuseppe Antonio Accorinti (Zungri), Paolino Lo Bianco (Vibo) e Domenico Bonavota (Sant’Onofrio). Per i fratelli Bonavota, Pasquale e Nicola, la Procura ha invocato rispettivamente 28 e 26 anni di reclusione. Trent’anni anche per Luigi Mancuso, storico mammasantissima di Limbadi, primo arrestato del maxi blitz: fu fermato su un treno diretto in Calabria il giorno prima delle operazioni del 19 dicembre 2019.
Richieste severe per i politici
Sul fronte politico, pesano le richieste nei confronti dell’ex parlamentare e avvocato Giancarlo Pittelli, per il quale l’accusa chiede 14 anni (contro gli 11 inflitti in primo grado per concorso esterno). Ancora più severa la richiesta per l’ex consigliere regionale Pietro Giamborino: 20 anni di carcere, a fronte di un anno e sei mesi ottenuti in primo grado.
I canali informativi
Nel processo figurano anche esponenti delle forze dell’ordine. Per l’ex maresciallo della Guardia di finanza poi passato alla Dia, Michele Marinaro, richiesti 10 anni (contro i 10 anni e 6 mesi della prima sentenza). Secondo l’accusa, sarebbe stato uno dei canali informativi di Pittelli. Per l’ex comandante dei carabinieri di Catanzaro, il colonnello Giorgio Naselli, la richiesta in Appello è di 6 anni, ben oltre i 2 anni e 6 mesi del primo grado.
La Dda ha chiesto infine la conferma dei 14 anni di condanna per l’avvocato Francesco Stilo. Ora la parola passa ai giudici. La Calabria attende, ancora una volta alla vigilia di Natale, una sentenza che potrebbe riscrivere un altro pezzo cruciale della sua storia giudiziaria.


