Roberto Occhiuto è circondato. Il centrodestra perde un’altra delle sue roccaforti e adesso non amministra più nessuno dei cinque capoluoghi di provincia. E’ caduta anche Vibo, conquistata da Enzo Romeo, ancor prima del Partito democratico e del centrosinistra che torna al governo di palazzo “Luigi Razza” quasi quindici anni dopo l’ultima volta.
Da Vibo Valentia un altro schiaffo nel giro di due settimane al governatore della Calabria che già aveva perso la faccia (sul piano politico si intende) a Corigliano-Rossano dove la candidata da lui proposta, Pasqualina Straface, era stata travolta da Flavio Stasi, sindaco progressista riconfermato a furor di popolo. Non è un capoluogo di provincia ma è pur sempre la terza città calabrese, punto di riferimento di un vasto territorio, quello della Sibaritide. E se qui il centrosinistra già amministrava e continuerà a farlo, a Vibo Romeo ha firmato una vera e propria impresa che segue quella del socialista Franz Caruso a Cosenza e del progressista Nicola Fiorita a Catanzaro.
A differenza dei due compagni di sinistra, Romeo è autentica espressione del Partito democratico seppur occorre ricordare che la sua candidatura è stata soggetta al fuoco amico ed è passata contro tutto e tutti con la caparbietà del giovane segretario dem Francesco Colelli e di pochi altri. Oggi, come da copione, sul carro del vincitore salgano tutti come se nulla fosse accaduto alla genesi dei fatti.
Da Vibo Valentia un altro schiaffo nel giro di due settimane al governatore della Calabria che già aveva perso la faccia (sul piano politico si intende) a Corigliano-Rossano dove la candidata da lui proposta, Pasqualina Straface, era stata travolta da Flavio Stasi, sindaco progressista riconfermato a furor di popolo. Non è un capoluogo di provincia ma è pur sempre la terza città calabrese, punto di riferimento di un vasto territorio, quello della Sibaritide. E se qui il centrosinistra già amministrava e continuerà a farlo, a Vibo Romeo ha firmato una vera e propria impresa che segue quella del socialista Franz Caruso a Cosenza e del progressista Nicola Fiorita a Catanzaro.
A differenza dei due compagni di sinistra, Romeo è autentica espressione del Partito democratico seppur occorre ricordare che la sua candidatura è stata soggetta al fuoco amico ed è passata contro tutto e tutti con la caparbietà del giovane segretario dem Francesco Colelli e di pochi altri. Oggi, come da copione, sul carro del vincitore salgano tutti come se nulla fosse accaduto alla genesi dei fatti.
Romeo completa l’accerchiamento di Occhiuto e più che il Pd fa crescere il partito dei sindaci del centrosinistra. Un poker d’assi insidia ora il potere del governatore e lancia l’Opa alla Cittadella regionale. I volti di Stasi, Caruso, Fiorita e Romeo rappresentano la vera opposizione a Occhiuto, più di quella evanescente in Consiglio regionale, fin qui quasi non pervenuta. L’altra faccia del centrosinistra che fa il paio con gli altri due leader emersi dalle Europee: Pasquale Tridico in forza al Movimento Cinquestelle e Mimmo Lucano portacolori di Avs, entrambi calabresi. Come Jasmine Cristallo che si è candidata pure al Consiglio comunale di Vibo prendendo sette voti. Per alcuni dimostrando spirito di sacrificio dopo aver sostenuto nella forma e nella sostanza il neo sindaco, per altri invece una figuraccia che si poteva risparmiare. In ogni caso, unica calabrese per nel cerchio magico di Elly Schlein, è tra i nuovi che avanzano (rafforzata dall’ottimo risultato ottenuto alle Europee) in una partita tutta da giocare per individuare l’anti-Occhiuto in vista delle prossime regionali.