Martina e Maria, due donne e una sola colpa: essersi fidate di questo sistema sanitario

Ora il bilancio comincia a essere pesante e serve restituire subito dignità a un territorio come quello del Vibonese, da molto tempo dimenticato.

La sanità vibonese è allo stremo. Due giovani donne, Martina Piserà e Maria Mamone, sono morte nel giro di un mese. Due tragedie che hanno messo sotto i riflettori, ancora una volta, un sistema sanitario fragile, lento, sottodimensionato e spesso incapace di ascoltare, diagnosticare, intervenire. Martina, 32 anni, era incinta al settimo mese. Aveva più volte segnalato dolori al petto e all’addome. Il suo grido d’allarme non è stato ascoltato. Il suo bimbo è morto nel grembo, e poco dopo anche lei, stroncata da cause ancora da chiarire. Maria, 37 anni, di Pannaconi di Cessaniti, si era rivolta al pronto soccorso in più occasioni. Lamentava dolori vaghi, migranti. Qualcuno le aveva parlato di ansia, qualcun altro l’aveva indirizzata verso un supporto psicologico. Ma il suo cuore ha ceduto, senza che il sistema riuscisse ad accorgersi del reale pericolo.

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