Un viaggio negli ospedali della Calabria per comprendere direttamente le condizioni della sanità regionale. Non un’iniziativa simbolica, ma un tentativo concreto di evidenziare le difficoltà di un sistema al limite, sempre più distante dai cittadini.
Un sistema che non è al collasso per colpa di medici, infermieri e operatori sanitari, che ogni giorno combattono con professionalità e sacrificio in contesti logorati, ma a causa di scelte politiche errate, anni di tagli, commissariamenti inconcludenti e riforme mai realizzate.
Un tour per conoscere la realtà
Il Partito democratico ha organizzato un tour per verificare di persona le condizioni degli ospedali calabresi. Prima tappa, l’ospedale di Serra San Bruno, poi la Casa della Salute di Chiaravalle Centrale e l’ospedale di Soverato. A guidare la delegazione Marina Sereni, responsabile nazionale Salute del Pd.
L’obiettivo? Parlare con chi vive quotidianamente questa emergenza: pazienti costretti a percorrere centinaia di chilometri per un esame diagnostico, medici e infermieri lasciati soli a gestire reparti in difficoltà, strutture fatiscenti che testimoniano l’abbandono della sanità pubblica.
Tra promesse e realtà: la sanità assente
Negli ultimi anni, da ogni parte politica, si sono sentite promesse di cambiamento. Ma la realtà racconta altro: ospedali chiusi o ridimensionati, pronto soccorso sovraffollati, liste d’attesa interminabili. E i cittadini? Sempre più sfiduciati, costretti a scegliere tra due opzioni ugualmente ingiuste: aspettare mesi per una visita o rivolgersi alla sanità privata, pagando di tasca propria ciò che dovrebbe essere un diritto.
Un sistema lontano dai cittadini
La sanità pubblica dovrebbe essere il pilastro di uno Stato attento ai bisogni della popolazione. Ma in Calabria, e non solo, sembra diventata un privilegio per pochi, un lusso accessibile solo a chi ha conoscenze o risorse economiche per accedere rapidamente alle cure. Chi non ha questa possibilità resta intrappolato nelle liste d’attesa, nei disservizi, nelle strutture carenti di personale e mezzi, nella burocrazia soffocante e nell’assenza di una reale volontà politica di risolvere la situazione.
La salute prima di tutto: uno slogan da concretizzare
Le proteste, le denunce e le mobilitazioni sono importanti, ma non sufficienti. Serve un cambiamento reale e concreto. Serve una politica capace di guardare oltre le prossime elezioni, di investire nella sanità pubblica senza sprechi, di restituire ai cittadini il diritto di curarsi nella propria terra, senza dover emigrare al Nord in cerca di assistenza.
“La salute prima di tutto” è un motto ricorrente. Ma finché resterà solo uno slogan, la sanità continuerà a essere un problema per molti e un privilegio per pochi.