Il libro dei sogni è in circolazione. L’Asp, su proposta della dottoressa Emanuela Buraglia, direttore facente funzioni dell’Unità operativa Programmazione e Controllo, approva il Piano delle attività per il 2025 delineando il percorso che sarà seguito, in continuità con le azioni già avviate o concluse nell’anno in corso, per mantenere e incrementare, in particolare, le azioni relative all’ambito erogativo-prestazionale e tutti gli altri settori. In tutto, sono quarantanove pagine lastricate di buone intenzioni con un rincorrersi di obiettivi e attività mirati alla razionalizzazione e ottimizzazione delle risorse disponibili, nonchè al miglioramento dell’offerta prestazionale che, nelle intenzioni della terna commissariale che sta gestendo l’Asp, va resa più efficace ed efficiente mediante la realizzazione di percorsi “tendenzialmente virtuosi”.
Amare riflessioni
Amare riflessioni
Insomma, un libro dei sogni che non si discosta molto da quelli letti e riletti negli anni passati. Un libro che, comunque, appare condannato alla progressiva vaporizzazione non appena l’immaginazione si scontrerà con la realtà. Un Piano che, a lettura conclusa, spinge subito a riflessioni amare soprattutto sulla scorta dei dati e degli obiettivi tracciati che non possono non essere accostati a quelli emersi in questi giorni dagli studi pubblicati da Italia Oggi in collaborazione con l’Università “La Sapienza” di Roma e relativi all’ambito socio-sanitario nazionale. Dati impietosi che inchiodano la sanità vibonese agli ultimi posti nella graduatoria delle province italiane e che non lasciano spazio alle illusioni. Oggi, sempre in campo sanitario, la provincia di Vibo si attesta al 106esimo posto, mentre nel 2023 era al 100esimo.
Dati paurosi
Scendendo nei dettagli e considerando il rapporto col numero degli abitanti, è 105esima per sottodimensionamento di posti letto in reparti specialistici; 100esima per sottodimensionamento di apparecchiature diagnostiche; 106esima per posti letto in terapia intensiva; 100esima per posti letto in ginecologia e ostetricia; 98esima per posti letto in cardiologia; 92esima per posti letto in oncologia; 99esima per numero di psichiatri ogni mille abitanti; 94esima per numero di pediatri ogni mille abitanti; 76esima per numero di geriatri ogni mille abitanti. A far presagire tempi davvero tristi si aggiungono altri dati da non sottovalutare.
La provincia di Vibo Valentia, infatti, stando ai dati forniti da Giovanni Durante, studioso di statistica, è già alle prese con un fortissimo invecchiamento della propria popolazione over 65 (+38%) che è passata da 25.549 (dato del 1991) a 35.273 (dato del 2021) con forti differenze per le diverse zone (Poro +75%, Vibo città +55%, Costa +49%, Angitola +49%, Serre +9% e Alto Mesima +6%). Come se ciò non bastasse, risulta al 7° posto tra le province italiane per casi di tumore ogni mille abitanti, al 13° posto per numero di infarti ogni mille abitanti e al 36° posto per consumo di farmaci per l’obesita’.
Interrogativi preoccupanti
Se i dati sono quelli riportati, gli interrogativi zampillano spontanei: la terna commissariale ritiene che il Piano delle attività appena varato possa rivelarsi in qualche misura idoneo a fronteggiare lo stato di sfascio sanitario esistente nel Vibonese? Se la stessa commissione, dopo il dibattito in Consiglio regionale su iniziativa del consigliere Raffaele Mammoliti e dopo settimane di battage mediatico sulle vergognose condizioni in cui sono costretti a muoversi gli utenti della farmacia territoriale, non trova il coraggio di prendere di petto la situazione e venire allo scoperto per dire come intende risolvere il problema, troverà mai la forza di confrontarsi con i problemi sanitari del Vibonese?
Se dopo tre anni di richieste e di proteste, l’Asp di Vibo non è ancora in condizione di fornire telefono, computer, bombola d’ossigeno portatile e frigo per tenere i medicinali salvavita alla guardia medica di Nicotera, nonostante le ripetute disposizioni impartite dall’ex commissario Antonio Battistini, di quanti anni ci sarà bisogno per sostituire in tutte le strutture sanitarie vibonesi le vecchie apparecchiature esistenti con quelle più al passo con i tempi realizzando gli obiettivi e i percorsi di cui al Piano delle attività 2025? Stando ai dati inseriti nel Piano delle attività 2025, tra il gennaio 2023 e ottobre 2024 la popolazione della provincia vibonese è passata da 161.000 a 150.564. Su un fenomeno così serio e che, purtroppo, passa inosservato, può avere inciso anche l’inadeguatezza sanitaria del Vibonese?
Meno parole, più fatti
Potremmo insistere con tanti altri interrogativi, ma servirebbe a poco. Una cosa appare certa: non sarà certo un fantasioso Piano delle attività a far decollare la sanità vibonese. Più che un Piano delle attività ci vorrebbe un Piano delle cose da fare per smantellare un sistema con radici profonde. Occorrono più fatti e meno parole. Più ore passate sul campo e meno dietro la scrivania. Prima che sia troppo tardi!