Un grave colpo al diritto alla salute. L’Azienda sanitaria provinciale di Vibo Valentia, guidata dalla terna commissariale, ha annunciato una drastica riduzione delle postazioni di guardia medica. Secondo quanto riportato dalla Gazzetta del Sud, almeno una decina di presidi sono destinati a scomparire o a essere accorpati a causa della carenza di personale.
Un altro passo indietro
Un altro passo indietro
La decisione viene presentata come una riorganizzazione, ma di fatto rappresenta l’ennesimo passo indietro per un territorio che già sconta gravi criticità: pronto soccorso sotto pressione, lunghe liste d’attesa, reparti ospedalieri impoveriti e un’emorragia costante di medici e infermieri. Il Vibonese, insomma, continua a pagare un prezzo altissimo in termini di accesso alle cure e sicurezza sanitaria.
Presidi più lontani
Dietro la scelta dell’Asp c’è la necessità di rispettare gli standard di legge e di assicurare turni regolari, ma nella realtà quotidiana questo si tradurrà in presidi più lontani e in maggiori difficoltà per gli utenti, soprattutto nei piccoli centri dell’entroterra. La terna commissariale difende la linea degli accorpamenti parlando di razionalizzazione e servizi più efficienti, ma sul territorio cresce il malcontento. Associazioni, sindaci e comitati locali chiedono che la Regione intervenga con soluzioni concrete, dal reclutamento di nuovo personale sanitario agli incentivi per chi opera nelle aree più disagiate.
Intanto, i cittadini restano con un servizio sempre più rarefatto e la percezione di un sistema sanitario pubblico che, invece di avvicinarsi, si allontana.