Stamane (sabato 27 dicembre), i comitati per il diritto alla salute tornano davanti all’ospedale Jazzolino di Vibo Valentia. Ma questa volta la protesta assume contorni pesanti e inediti: al termine del sit-in, i manifestanti si recheranno al Comando provinciale dei carabinieri per depositare formali denunce. È l’escalation di una mobilitazione che va avanti da quasi tre anni, fatta di sit-in mensili, assemblee pubbliche e manifestazioni istituzionali, senza che – denunciano i comitati – siano arrivate risposte strutturali alla crisi della sanità vibonese e calabrese. Al centro delle rivendicazioni restano lo stop ai tagli al Servizio sanitario nazionale, il reintegro delle risorse necessarie a garantire i Livelli essenziali di assistenza e la fine dei conflitti di interesse tra sanità pubblica e privata.
Contestano il piano di rientro
Contestano il piano di rientro
I comitati contestano inoltre la legittimità del piano di rientro della sanità calabrese, ritenuto responsabile di profonde disuguaglianze rispetto alle altre regioni in termini di spesa pro capite, personale e posti letto. Una situazione che, secondo i promotori della protesta, penalizza in modo drammatico la provincia di Vibo Valentia, già colpita dal depauperamento dell’ospedale Jazzolino e dalla chiusura dei presìdi di Tropea e Serra San Bruno. Nemmeno il recente decreto del commissario ad acta Roberto Occhiuto, il n. 350 del 18 dicembre 2025, che assegna a Vibo Valentia 7,6 milioni di euro di fondi Covid residui, ha placato la protesta. Anzi. Quelle risorse, spiegano i comitati, arrivano solo dopo pressioni istituzionali e denunce, e sono destinate soprattutto all’abbattimento delle liste d’attesa e a progetti non meglio definiti, senza incidere sul potenziamento reale dell’offerta sanitaria territoriale e ospedaliera.
Pronta una denuncia penale
Il nodo più grave resta però quello che oggi porta alla denuncia penale: la sospensione dell’attività operatoria di urologia e proctologia dell’ospedale di Tropea, causata dalla carenza di anestesisti. Una situazione che, secondo i promotori dell’iniziativa, potrebbe configurare interruzione di pubblico servizio, riconducibile a condotte omissive o inadempienti. Le denunce saranno trasmesse anche alla Corte dei Conti, per segnalare il danno economico derivante dal ricorso a professionisti esterni pagati fino a 100 euro l’ora. “Non è la prima denuncia e non sarà l’ultima”, avvertono i comitati, decisi ad andare fino in fondo per accertare eventuali responsabilità nella mancata erogazione dei Lea e nella violazione del diritto costituzionale alla salute.
Comitati e osservatorio in prima linea
Al sit-in di oggi saranno presenti i rappresentanti delle associazioni promotrici – Comitato Costa degli Dei, Osservatorio Civico Città Attiva e Comitato San Bruno – insieme alla rappresentante provinciale del Sindacato Medici Italiani, che ha recentemente inviato diffide alle istituzioni per le gravi disfunzioni del presidio di Tropea. Una giornata che segna un punto di non ritorno nella vertenza sulla sanità vibonese.


