Sanità vibonese al limite, comitati e cittadini ai sindacati: serve un fronte comune. Basta personale precario e ingerenze dei privati

L’Osservatorio Civico Città Attiva, il Comitato San Bruno e il Comitato Civico Costa degli Dei sollecitano la definizione di obiettivi comuni e convocano un’assemblea territoriale per il 21 novembre

La sanità pubblica vibonese è arrivata a un punto di rottura e, questa volta, a lanciare l’allarme non sono solo medici e operatori, ma l’intero fronte civico che da anni presidia il territorio. L’Osservatorio Civico Città Attiva di Vibo Valentia, il Comitato San Bruno e il Comitato Civico Costa degli Dei hanno inviato una lettera ufficiale a tutte le sigle sindacali del comparto sanitario – da Cisl a Uil, da Cgil a Cisal, Fials, Nursing Up, Nursind, USB, Anaao, Cimo-Fesmed, Fvm, Smi, fino agli Ordini professionali di medici, infermieri e fisioterapisti – oltre che a Prefettura, Procura e Questura. Un appello rivolto a tutte le istituzioni e ai rappresentanti dei lavoratori, affinché nessuno possa dire di non sapere.

Situazione insostenibile

Situazione insostenibile

I comitati ricordano nella lettera come da anni siano impegnati nella difesa del diritto alla salute: presìdi mensili davanti all’ospedale “Jazzolino”, manifestazioni a Vibo, Tropea e Serra San Bruno, documenti pubblici sulle criticità del sistema sanitario provinciale, fino all’apertura di uno sportello dedicato al dramma delle liste d’attesa. Un volontariato civico diventato, nei fatti, supplenza di uno Stato in affanno. “Ma negli ultimi mesi – precisano – la situazione è precipitata: disservizi diffusi, reparti al collasso per mancanza di personale, fughe dai concorsi che offrono solo contratti precari, professionisti in burnout costretti a dimettersi, idonei mai contrattualizzati nonostante l’emergenza”. Una condizione che per i promotori non è il frutto del destino, ma “una scelta tutta politica”, aggravata dalle interferenze della sanità privata, descritta come “sempre più interessata a fagocitare il servizio pubblico, soprattutto nella nostra provincia”.

È il momento di unirsi

Per i comitati non è più tempo di denunce isolate. “Tutte le realtà che rappresentano cittadini, lavoratori, ceti popolari e fasce deboli devono costruire un fronte comune”, si legge nella lettera. L’obiettivo è chiaro: preparare uno stato di agitazione territoriale con richieste precise. Tra le priorità indicate: abolizione del piano di rientro sanitario, definito “ingiusto” perché penalizza ulteriormente i territori più fragili; assunzione del personale necessario a garantire servizi minimi ed evitare il collasso dei reparti; attivazione dei posti letto mancanti sul territorio; approvazione del Piano di fabbisogno del personale e del Piano territoriale dell’Asp, strumenti indispensabili per programmare e non rincorrere l’emergenza.

Convocata un’assemblea

Per avviare una strategia comune, le sigle sindacali sono invitate a un’assemblea di confronto che si terrà a Vibo Valentia, presso la Sala Convegni del CSV Calabria Centro, il 21 novembre alle 17.30.

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