Emergenza sanità, i comitati alzano la voce: ora basta briciole, servono diritti e risorse vere

Dopo il confronto in Prefettura e le proteste in piazza, cresce la richiesta di risorse adeguate, trasparenza sui dati e un vero cambio di passo da parte della Regione. In gioco c’è il diritto alla salute di un intero territorio

Un appello diretto, senza sconti, rivolto a tutti i sindaci del territorio vibonese. A lanciarlo sono i comitati civici – Osservatorio Città Attiva di Vibo Valentia, San Bruno di Serra San Bruno, Costa degli Dei di Tropea, Artigianfamiglia di Pizzo e la Proloco di Vibo Marina – alla vigilia della nuova Conferenza dei sindaci. È il momento della verità, sostengono: non possono prevalere particolarismi, non ora che devono essere prese decisioni cruciali per il futuro della sanità vibonese.

La compattezza dei sindaci

La compattezza dei sindaci

Plaudono all’iniziativa del Prefetto e riconoscono ai sindaci il merito di aver ritrovato un fronte comune, aprendo la strada al fondamentale incontro che giovedì si terrà alla Regione. Un passaggio istituzionale che arriva dopo la riunione in Prefettura con la Commissione straordinaria dell’Asp, il presidente della Conferenza dei sindaci, il sindaco di Vibo, il vescovo, il presidente della Provincia, i rappresentanti del Terzo settore, le sigle sindacali e il sub-commissario alla sanità.

Una piazza viva

Per la prima volta dopo anni e anni di tentativi, sotto il palazzo del Governo la popolazione si è aggiunta al grido di allarme dei comitati: lavoratori, famiglie, malati, giovani e anziani scesi in strada per rivendicare qualcosa che altrove si dà per scontato – il diritto a curarsi.

Finalmente un tavolo regionale

Non solo: finalmente sarà istituito un tavolo in Regione dove siederanno anche i comitati popolari per discutere del riparto del fabbisogno e delle risorse da destinare all’intera rete sanitaria vibonese. Una conquista, questa, che i comitati rivendicano dopo mesi di “controllo popolare” sugli atti dell’Asp e del Commissario ad acta, denunciando pubblicamente sperequazioni e tagli che Vibo subisce più di ogni altra provincia.

Solo briciole e insulti

C’è però un punto nero, pesantissimo, che rischia di oscurare ogni passo in avanti. Dal vertice in Prefettura – raccontano – è emersa la narrazione secondo cui le briciole destinate al Vibonese sarebbero addirittura il miglior trattamento possibile, e che lamentarsi sarebbe quasi ingiustificato. Il sub-commissario Esposito ha citato una spesa pro capite di 1.551 euro, superiore alla media regionale. Ma per i comitati si tratta di una “meschina distorsione”: una cifra che non considera l’intero bilancio, né la mobilità infraprovinciale che da sola vale 40 milioni l’anno e che pesa come un macigno sulle famiglie.

La reazione di Occhiuto

A tutto questo si aggiunge ciò che, per i comitati, è stato “il fatto più grave”: la reazione del presidente della Regione e commissario alla Sanità, Roberto Occhiuto. Non solo la scelta di non presentarsi a Vibo, ma soprattutto l’accusa ai comitati di “candidarsi sulle sofferenze delle persone”. Una ferita, uno schiaffo alle famiglie e ai cittadini che quotidianamente subiscono il peso di un sistema sanitario smantellato. Un atteggiamento che definiscono “incapace di relazionarsi con il territorio” e indicativo di un totale scollamento dalla realtà, quella fatta di attese infinite, reparti chiusi, viaggi forzati in altre province per una visita specialistica.

La fermezza dei comitati

“Siamo noi cittadini – dicono – a vivere sulla pelle le sofferenze. Siamo noi, le nostre famiglie, i nostri figli. E se le risorse destinate a Vibo continueranno a essere insufficienti, estenderemo e intensificheremo le mobilitazioni, coinvolgendo associazioni, sindacati e l’intera provincia. Fino a creare uno stato di agitazione permanente”.

Un messaggio senza ambiguità: il tempo delle briciole è finito. Ora la sanità vibonese chiede rispetto, risorse e risposte. E lo fa parlando con la voce di una intera comunità.

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