Sanità vibonese, tanta diplomazia e zero decisioni: l’incontro con la Struttura commissariale lascia un vuoto operativo

Un vertice atteso, ricco di aspettative, ma che - al di là del valore simbolico - ha messo in luce un divario evidente tra le richieste precise della società civile e la capacità delle istituzioni di trasformarle in impegni concreti

La riunione tra la Struttura commissariale della Regione Calabria e i sindaci del Vibonese ha riportato al centro del dibattito pubblico la fragilità, ormai cronica, del sistema sanitario provinciale. Un incontro atteso, carico di aspettative, ma che – al di là del valore simbolico – ha messo in luce un divario evidente tra le richieste precise della società civile e la capacità delle istituzioni di trasformarle in impegni concreti.

Crisi strutturale denunciata

Crisi strutturale denunciata

Nei mesi scorsi cittadini, comitati, associazioni e amministratori hanno evidenziato una serie di criticità divenute strutturali: carenza di personale sanitario e sociosanitario, liste d’attesa interminabili, servizi territoriali frammentati, distribuzione diseguale delle risorse, ospedali insufficienti e una rete dell’emergenza-urgenza ormai al limite. Una mobilitazione ampia, puntuale, consapevole, che ha chiarito quali siano i reali bisogni di un territorio stremato.

Quindici anni di tagli

Il nodo centrale resta quello delle risorse. L’analisi dei piani di rientro degli ultimi quindici anni – attuati attraverso i Decreti del Commissario ad Acta basati sulla spesa storica – evidenzia una mancata assegnazione media annua di circa 40 milioni di euro al territorio vibonese. Una sottrazione silenziosa, mai realmente contrastata dall’intero arco istituzionale, che ha paralizzato la programmazione sanitaria e causato il progressivo collasso della rete assistenziale. Da qui il boom della mobilità passiva e l’aumento costante del senso di abbandono nella comunità.

Incontro senza esiti

Nonostante l’attesa, l’incontro non ha prodotto né decisioni operative né una pianificazione verificabile. Dalle comunicazioni successive emerge un confronto limitato alla presa d’atto delle criticità, con la conferma di misure già previste e nessuna novità sostanziale. È mancata una definizione chiara delle priorità, dei tempi, degli obiettivi e delle responsabilità. In sostanza: nessuna roadmap, nessun indicatore misurabile, nessun impegno concreto sui servizi da attivare, sui posti letto da recuperare o sulle figure professionali da assumere.

Strategia solo narrativa

L’approccio adottato ha assunto un carattere prevalentemente narrativo, più orientato alla comunicazione che alla programmazione. Parole come “attenzione”, “disponibilità”, “impegno” hanno dominato la comunicazione istituzionale, senza però trasformarsi negli elementi tipici di un processo decisionale strutturato. Il divario tra le richieste dei cittadini e l’assenza di risposte operative resta intatto.

Questione risorse ignorata

Al quadro si aggiunge il tema della spesa sanitaria. I dati della spesa pro capite – pubblica e privata – del 2024 indicano un’altra sottrazione di circa 25 milioni di euro a danno del Vibonese. Il Decreto del Commissario ad Acta n. 302, che avrebbe potuto correggere l’ennesima sperequazione nelle prestazioni territoriali, ha invece consolidato ulteriormente il divario. E nell’incontro non è stata assunta alcuna decisione per modificare il riparto, compensare le mancate attribuzioni o prevedere meccanismi di riequilibrio.

Sperequazione confermata

La riunione ha così finito per riconoscere formalmente la disparità senza affrontarla. Nessun correttivo, nessun piano straordinario, nessun riequilibrio. La sperequazione rimane, destinata a ripetersi per almeno altri tre anni. La percezione diffusa – e confermata dai fatti – è che il Vibonese continui a non ottenere risposte concrete, nonostante proteste, mobilitazioni, dossier tecnici, richieste formali dei sindaci e pressioni mediatiche. Le scelte allocative restano governate da criteri riconosciuti iniqui dalla normativa nazionale, e nessun intervento emergenziale è stato annunciato.

Conclusione amara

L’incontro può essere definito rassicurante nella forma, ma sostanzialmente vuoto nella sostanza. Esso certifica un’attenzione ancora insufficiente e l’incapacità delle istituzioni di invertire una rotta che, da anni, marginalizza il Vibonese, compromettendo l’equità, la qualità dei servizi e il diritto fondamentale alla salute.

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