Sbarco di migranti a Crotone, fermati due presunti scafisti

I due fermati sono stati visti alla guida dell’imbarcazione durante la traversata dalla Turchia e sono ora accusati di favoreggiamento dell’immigrazione clandestina

I poliziotti della Questura di Crotone e i militari della Sezione operativa navale della Guardia di finanza di Crotone hanno sottoposto a fermo di pg due presunti scafisti iracheni.

Le indagini sono iniziate sin dallo sbarco, avvenuto il 22 maggio 2025 scorso quando sono stati portati dalla Capitaneria di porto sino allo scalo di Crotone 65 migranti.

Questi, soccorsi da personale sanitario, sono stati immediatamente condotti dal personale della Questura di Crotone al Regional Hub di Isola Capo Rizzuto per le attività di identificazione.

L’indagine svolta dal personale della Squadra mobile e dai finanzieri della Sezione operativa navale della Finanza, con il coordinamento della Procura della Repubblica di Crotone guidata da Domenico Guarascio, volta all’identificazione dei soggetti responsabili dei trasferimenti dalla Turchia sino alle coste calabresi, mirava sia a ricostruire le fasi dell’iter utilizzato dagli scafisti in territorio estero, che le modalità di traversata e sbarco nelle coste italiane.

L’attenzione degli investigatori si è concentrata in particolare sull’analisi dei cellulari recuperati tra i migranti.

In uno dei video analizzati si vedeva uno dei due presunti scafisti lanciare un razzo di segnalazione nel tentativo di attirare l’attenzione dei natanti nelle vicinanze.

Successivamente, avendo raccolto indizi a loro carico, l’ipotesi accusatoria sarebbe stata suffragata dalle testimonianze di alcuni migranti che hanno confermato l’identità degli scafisti come coloro i quali avevano condotto l’imbarcazione durante il viaggio dalla Turchia.

Anche l’imbarcazione utilizzata per il viaggio è stata recuperata successivamente sulle spiagge di Strongoli e sottoposta a sequestro dai militari della Capitaneria di porto di Crotone.

Al termine delle indagini i due scafisti sono stati portati nella Casa circondariale e posti a disposizione della Procura. (ansa)

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