Serra, i dubbi dell’opposizione sui lavori di messa in sicurezza del fiume Ancinale

L’opposizione contesta l’uso del calcestruzzo al posto del pietrame, l’impatto paesaggistico degli interventi e le spese per lo smaltimento dei materiali. Chiesto l’intervento del prefetto

La questione dei lavori di messa in sicurezza, mitigazione del rischio idrogeologico e ripristino dell’officiosità idraulica lungo il fiume Ancinale, finanziati con fondi Pnrr per un totale di 475.000 euro, sta suscitando un acceso dibattito tra amministrazione comunale, cittadini e opposizione consiliare.

I consiglieri comunali di minoranza Luigi Tassone, Biagio Figliucci, Antonio Procopio e Vito Michele Regio, dopo aver attentamente analizzato i documenti relativi al progetto, sollevano una serie di interrogativi sulla regolarità degli interventi eseguiti e sulla loro rispondenza al progetto approvato e finanziato.

I consiglieri comunali di minoranza Luigi Tassone, Biagio Figliucci, Antonio Procopio e Vito Michele Regio, dopo aver attentamente analizzato i documenti relativi al progetto, sollevano una serie di interrogativi sulla regolarità degli interventi eseguiti e sulla loro rispondenza al progetto approvato e finanziato.

Progetto non sembra rispettato

Uno dei punti più controversi riguarda la realizzazione dei muri di contenimento. I rappresentanti dell’opposizione fanno notare che, “in base progetto esecutivo, tali opere dovevano essere realizzate con la tecnica dell’’opus incertum’, un metodo costruttivo di origine romana che utilizza pietre di varie dimensioni per garantire stabilità e armonizzazione con il contesto paesaggistico. Tuttavia, quanto realizzato non sembra rispecchiare tali indicazioni, poiché i muri sono stati costruiti in calcestruzzo anziché in pietrame. Questa discrepanza solleva domande cruciali: sono state apportate varianti in corso d’opera?; il direttore dei Lavori ha proposto modifiche al rup oppure ha autorizzato cambiamenti senza una formale perizia di variante?; se non ci sono stati atti ufficiali di modifica, chi ha autorizzato l’uso del calcestruzzo al posto del pietrame?; è stata richiesta una nuova relazione paesaggistica per le modifiche effettuate?; sono stati eseguiti nuovi calcoli strutturali prima di sostituire la tecnica costruttiva prevista dal progetto?”.

Impatto paesaggistico dubbio

Altre perplessità riguardano l’impatto visivo e architettonico delle opere realizzate. In particolare, i consiglieri segnalano che nel tratto di Piazza Mercato, la vecchia ringhiera in ferro sarebbe stata inglobata direttamente nel calcestruzzo, un intervento che non solo appare poco curato dal punto di vista estetico, ma che potrebbe anche sollevare dubbi sulla stabilità della struttura.

A questo si aggiunge la decisione dell’amministrazione di sostituire la staccionata in legno di via Alcide De Gasperi con pannelli di tamponatura in lamiera, una scelta che, secondo la minoranza, potrebbe alterare l’equilibrio paesaggistico del borgo antico di Serra San Bruno.

Trasporto e smaltimento dei materiali: cifre che non convincono

Un altro punto critico riguarda le spese previste per il trasporto e lo smaltimento dei materiali di risulta. Il progetto prevede un costo complessivo di 133.985,14 euro per la movimentazione e lo smaltimento in discarica di 3.578,37 metri cubi di terra.

I consiglieri, però, sollevano un dubbio concreto: dove sono stati smaltiti questi materiali? Considerato che non è stato osservato un traffico significativo di mezzi pesanti per il trasporto, la domanda diventa lecita: esistono i formulari di trasporto rifiuti e i documenti di avvenuto smaltimento in discarica?

Le polemiche

A rendere ancora più acceso il dibattito è stata un’intervista rilasciata dal sindaco di Serra San Bruno e dal direttore dei lavori, pubblicata sul profilo Facebook del movimento politico “Liberamente” anziché sui canali istituzionali del Comune. “Nel video – evidenzia la minoranza – entrambi si dichiarano soddisfatti dell’andamento dei lavori, ma il tono entusiastico dell’intervista è stato percepito da alcuni come un tentativo di “sedare gli animi” piuttosto che di fornire risposte concrete alle perplessità sollevate”.

Appello al prefetto

Alla luce di tutte queste criticità, i consiglieri di minoranza hanno inviato una lettera formale, indirizzata al sindaco, al consigliere comunale delegato ai lavori pubblici, al rup Graziano Mandaliti, al direttore dei lavori Gaetano Scarnati e, per conoscenza, al prefetto di Vibo Valentia.

L’obiettivo dichiarato è ottenere risposte chiare e garantire che i fondi pubblici destinati a questi interventi siano stati utilizzati nel pieno rispetto delle normative e del progetto esecutivo approvato.

Il prefetto è stato invitato a intervenire autorevolmente per far luce sulle eventuali irregolarità e verificare se le opere siano state eseguite nel rispetto delle regole, sia dal punto di vista tecnico che amministrativo.

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