L’aula di palazzo Luigi Razza dove si è riunita la Conferenza dei sindaci di Vibo Valentia oggi pomeriggio era un termometro impietoso: tensione, stanchezza, rabbia e la sensazione diffusa che il sistema sanitario provinciale sia arrivato al punto di non ritorno. A guidare il confronto, il presidente della Conferenza, Salvatore Fortunato Giordano. Per la prima volta, dopo mesi di lamentele e solitudini, quasi tutti i sindaci, ad eccezione del primo cittadino di Nicotera, hanno risposto presente. E non era scontato. Accanto a loro, due figure chiave dell’Azienda sanitaria provinciale: i commissari Gianluca Orlando e Gianfranco Tomao, volto della struttura commissariale. Entrambi hanno provato a rassicurare gli amministratori: “Nessuno resterà indietro”, hanno ripetuto più volte.
Un impegno fermo, ma che ha lasciato molti interrogativi sospesi nell’aria. Una delle poche certezze arrivate oggi riguarda l’approvazione dei documenti per la tutela degli ospedali di Serra San Bruno e Tropea. Atti che chiedono una cosa sola: servizi veri, non sulla carta, non promesse, ma personale, reparti funzionanti, emergenze coperte, diagnostica attiva.
Un impegno fermo, ma che ha lasciato molti interrogativi sospesi nell’aria. Una delle poche certezze arrivate oggi riguarda l’approvazione dei documenti per la tutela degli ospedali di Serra San Bruno e Tropea. Atti che chiedono una cosa sola: servizi veri, non sulla carta, non promesse, ma personale, reparti funzionanti, emergenze coperte, diagnostica attiva.
Non slogan ma sanità
Il presidente della Conferenza ha ricordato che la richiesta dei territori è chiara: non vogliono privilegi, vogliono ciò che spetta loro. “Una lotta difficile, ma la Conferenza oggi ha dimostrato credibilità”. Lo stesso Giordano ha riconosciuto la partecipazione forte, “finalmente concreta”, e ha sottolineato che molti interventi “sono stati veri, credibili, dettati dalla realtà e non dalla bandiera politica”. Giordano ha però messo sul tavolo la questione principale: personale assente, concorsi deserti, reparti scoperti. L’esempio è eclatante: per dieci anestesisti si è presentato un solo candidato. “E lo abbiamo preso”, ha specificato l’Asp, quasi a voler ricordare che la guerra al reclutamento è diventata una battaglia nazionale.
Governance, una parola d’ordine
I commissari hanno spiegato un concetto chiave: la cosiddetta “governance condivisa”. Significa questo: non si potranno più creare reparti e unità semplici in ogni ospedale. Ci sarà un coordinamento centralizzato su Vibo, con la possibilità per i primari di spostare i pochi medici disponibili allo Jazzolino tra Serra San Bruno, Tropea, Nicotera e gli altri presidi. Un sistema che mira alla flessibilità, ma che lascia aperta una domanda: può funzionare quando il personale è così scarso da rendere difficile coprire perfino i servizi fondamentali?
Andiamo noi alla Cittadella
Tra gli interventi più duri, quello del sindaco di Monterosso, Antonio Giacomo Lampasi, che ha lanciato una provocazione destinata a far discutere: “Se la Regione non viene qui, saremo noi ad andare da loro. Facciamo la prossima assemblea alla Cittadella”. Un modo per dire che la pazienza è finita. In questo senso a suonare il campanello d’allarme è stato il sindaco di Vibo, Enzo Romeo: “Questa non è una difficoltà amministrativa. È un’emergenza di protezione civile”. Non meno decisi i sindaci delle Serre, che hanno incalzato l’Asp sulle carenze del piano territoriale e sull’atto aziendale. Orlando e Tomao si sono difesi spiegando che molte parti del documento sono “generiche per norma” e che i dettagli arriveranno dopo. Ma l’assemblea non è sembrata del tutto convinta.
La questione Nicotera
È stata affrontata anche la situazione dell’ospedale di Nicotera: si riprenderà il dialogo interrotto mesi fa. “Nessuno rimarrà indietro”, hanno ripetuto i commissari. Duro invece l’intervento di un rappresentante della Casa di Carità, che ha denunciato ritardi nei pagamenti tali da mettere a rischio i servizi per i ragazzi fragili. “Non possiamo mandare a casa bambini che hanno bisogno di assistenza”, è stato detto. L’Asp ha assicurato correzioni e incontro diretto.
La riabilitazione non può sparire
Il caso sollevato dal direttore sanitario del Don Mottola Medical Center di Drapia Soccorso Capomolla, è stato affrontato a fine seduta: secondo l’Asp i servizi indicati sono previsti e “saranno inseriti nelle delibere specifiche”. Promessa o impegno reale? Lo si vedrà nelle prossime settimane. Il presidente della Conferenza ha, quindi, ricordato un concetto fondamentale: “Siamo qui per collaborare, non per dividerci. La sanità non ha colore politico.” Eppure, sotto la superficie, la politica resta, resiste, divide. Ma oggi, dopo cinque ore, è rimasta anche un’altra certezza: il territorio non è più disposto a subire in silenzio. Lo hanno dimostrato le presenze di rappresentanti sindacali e associazioni a cominciare dall’Osservatorio Civico Citta Attiva.
Il messaggio alla Regione è arrivato forte e chiaro: o arrivano risposte e atti concreti, o saranno i sindaci a portare l’emergenza fin dentro la Cittadella regionale.


